COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
IL GIORNALIERO - Nucleare, il referendum si farà ma si poteva fare di meglio, e molto Stampa E-mail

3 giugno 2011 - Non sarà l’habemus papam che ha perso a Cannes ma, restando sul latino, habemus referendum e, anche se son quattro (da votare), la desinenza resta al singolare. Di singolare, nella vicenda della consultazione del prossimo 12 giugno, c’è molta roba. Su quello dedicato al nucleare praticamente c’è poco da dire o forse l’esatto contrario. Solitamente si parla di qualcosa che c’è, e a parte il fatto che l’atomo in Italia non esiste dal referendum che lo smobilitò nell’87, in tutti questi mesi ben poco è stato detto e discusso sul nucleare e il suo ritorno in Italia.
Non ne abbiano a male promotori e filonucleari, ma non si arriva a poco meno di dieci giorni dall’appuntamento con il o il no dopo quattro chiacchIere e un po’ di slogan. Proprio nel rispetto degli elettori era necessario promuovere una campagna di informazione adeguata. Tanto per buttarla lì, se al tema dell’energia e non solo del nucleare si fosse dedicato un decimo di quanto dedicato dai mass-media alle ultime amministrative saremmo a cavallo e questo sarebbe un Paese più serio, che almeno mette sullo stesso piano il suo futuro e la realizzazione di una rotatoria.
A che serve sparare un o un no senza analizzare un quadro complessivo presentando nel frattempo e analiticamente scenari di transizione o alternativi? Vogliamo raccontarla tutta ai cittadini, o solo quello che ci può far comodo? Sono tutti così sicuri, mai ci fosse un dubbio razionalmente argomentato. Il discorso sull’emotività post Fukushima e le pause di riflessione fanno parte di un modo di essere e di fare politico che cade nello stesso errore e nella stessa lacuna informativa, affidandosi poi all’esito (ora non più), a pochi metri dal 12 giugno, di una sentenza in Cassazione.
Questo è il risultato e senza tema di essere smentito (altrimenti sarebbero smentiti gli stessi promotori) si voterà il 3+1 referendario con il chiaro intento (detto cortesemente) di sfrattare l’inquilino di Palazzo Chigi.
Non so se qualcuno, trattando un tema super partes e di rilievo strategico nazionale come l’energia, se la sentirebbe di farne un cavallo (di Troia) politico. Io no. Pertanto, indipendentemente dalle mie personali simpatie, anche se non gliene frega a nessuno, dichiaro che il pasticcio generale è sotto gli occhi. Vergognoso nelle modalità con cui è stato gestito e usato. Inutile qualunque sia il suo esito. Utile per capire che l’Italia è sempre la stessa…

Leggi le altre news

 
© 2005 – 2024 www.nuova-energia.com