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IL GIORNALIERO - Europa: enormi i margini di miglioramento nel recupero dei metalli (1) Stampa E-mail

31 maggio 2011 - Plastica, carta, vetro, alluminio... dovendo fare l’elenco dei materiali riciclabili, la maggior parte dei cittadini italiani farebbe probabilmente fatica ad ampliare l’elenco, facendosi venire in mente qualcos’altro che conviene sottrarre alla discarica.
Eppure - elemento tutt’altro che consolante - anche tra le imprese e le attività industriali europee la cultura del riciclo è ancora ad un livello elementare. L’attenzione del settore si concentra su un numero di materie prime troppo limitato e anche su queste si lascia spesso distrarre, gettando nell’indifferenziato preziose opportunità. La situazione attuale è così mediocre, che la stessa Commissione europea ha definito enormi i margini di miglioramento (immense potential, per dirla nella versione originale inglese).
Traducendo le parole in numeri ci si accorge che i superlativi non sono stati usati a caso: “Solo 18 metalli sono attualmente riciclati in misura superiore al 50 per cento, ma per la maggioranza dei metalli questo tasso non raggiunge nemmeno l'1 per cento”.
Con tanto di sferzata da parte degli esperti di Bruxelles: “Nonostante l’industria lamenti la scarsezza e i prezzi elevati di certi metalli di cruciale importanza per le tecnologie di punta... poi si limita a buttare via al termine del ciclo di vita del prodotto la maggior parte di queste materie prime!”
Chiaramente, il problema non è vissuto solo in Europa (ma questo consola poco) e riguarda anche quei metalli di uso comune ai quali verrebbe spontaneo associare livelli di recupero prossimi al cento per cento. “Il tasso di riciclaggio di metalli come il ferro e l'acciaio, il rame, l'alluminio, il piombo e lo stagno varia dal 25 al 75 per cento a livello mondiale, ma con percentuali più basse in alcune economie emergenti”. E questo con pesanti ricadute anche in termini di bilancio energetico...

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