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IL GIORNALIERO - Nucleare: parte il 1° giugno la campagna europea di stress test Stampa E-mail

27 maggio 2011 - Il conto alla rovescia è iniziato. Manca ormai meno di una settimana. Poi, l’onda lunga dello tsunami giapponese arriverà davvero anche in Europa. È infatti previsto per il prossimo 1° giugno l’avvio degli stress test sulle centrali nucleari europee, secondo nuovi e più restrittivi criteri adottati dall’Unione Europea. Nel complesso saranno interessati da questo ciclo di prove 143 impianti. Secondo quanto stabilito di comune accordo dalla Commissione Europea e dallo European Nuclear Safety Regulators' Group saranno riconsiderati sia i rischi naturali, sia quelli umani (quali un attacco terroristico o l’impatto di un aereo sulla centrale).
Soddisfatto Günther Oettinger - Commissario per l’energia - che sembra ora aver ammorbidito le sue posizioni nei confronti dell’atomo, dopo le dichiarazioni a caldo nei giorni successivi la crisi di Fukushima. “Faremo tutti gli sforzi necessari per implementare i più elevati standard possibili di sicurezza, non solo per gli impianti presenti all’interno della Ue, ma anche per quelli dei Paesi confinanti. Useremo tutto il rigore necessario”. Che è già un bel passo avanti rispetto al chiudiamo tutto e buttiamo via la chiave. A seguire, un inevitabile accesso di campanilismo. “L’Europa ha imparato la lezione di Fukushima e ha deciso si concentrarsi su questi test per continuare a garantire gli standard di sicurezza più elevati su scala mondiale”. Chissà cosa ne pensano, al riguardo, Stati Uniti e Svizzera, giusto per fare due nomi.
I report sui test effettuati, presentati da ciascuna nazione, saranno sottoposti al vaglio di specifici team costituiti da sette esperti (uno in rappresentanza dell’Unione europea, gli altri sei provenienti da Stati membri). Ciascun team potrà decidere ulteriori visite a sorpresa ed approfondimenti nei confronti di singoli impianti. Per quanto riguarda le nazioni limitrofe extra Ue, l’attenzione si concentrerà soprattutto su Svizzera, Russia, Ucraina e Armenia.

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