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INFO@COMUNI - Rifiuti speciali? Ne produciamo oltre due tonnellate (a testa!) Stampa E-mail

27 maggio 2011 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Ecco l’altra faccia dei rifiuti: oltre a quelli domestici, hanno un peso… significativo quelli speciali, la cui produzione nel nostro Paese sfiora i 150 milioni di tonnellate. Circa il 40 per cento di questo enorme quantitativo è coperto dal settore edilizio (costruzioni e demolizioni), seguito dalle attività manifatturiere (36 per cento)...

C’è rifiuto e rifiuto. Per un momento, lasciamo da parte quelli domestici e parliamo degli speciali. Una domanda, preliminare: quanti se ne producono ogni anno in Italia? Poco meno di 150 milioni di tonnellate. Quindi oltre due tonnellate per singolo cittadino residente. Questi dati, gli ultimi disponibili, sono relativi al 2008 e sono contenuti nell’ultimo Rapporto pubblicato dall’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra). A questo punto è opportuna una precisazione: sul totale citato, circa 11,3 milioni di tonnellate sono classificati come rifiuti speciali pericolosi, mentre all’interno degli altri è l’edilizia a far la parte del leone con un incremento della produzione di rifiuti nel settore delle costruzioni e demolizioni (circa 1,5 milioni di tonnellate tra il 2007 e il 2008, più 2,9 per cento).
Il comparto edilizia nel suo complesso, attualmente copre circa il 40 per cento dei rifiuti speciali prodotti in Italia (oltre il 43 se si considerano solo i non pericolosi). Una crescita continua. Infatti, tra il 2006 e il 2008 si registra un balzo in termini assoluti di 2,7 milioni di tonnellate e in termini relativi di oltre 5 punti percentuali. Nello stesso periodo, invece, le altre tipologie di rifiuti non pericolosi hanno mostrato un calo di circa un milione di tonnellate (meno 1,4 per cento). In crescita, invece, i rifiuti pericolosi, che hanno visto un più 7 punti percentuali (730 mila tonnellate).
“Riguardo ai rifiuti pericolosi - precisa il Rapporto Ispra - va evidenziato che un rilevante contributo al valore complessivo di produzione è dato dai rifiuti liquidi e concentrati acquosi derivanti dal risanamento delle acque di falda di siti industriali oggetto di attività di bonifica e avviati ad operazioni di trattamento effettuate in sito o fuori sito. Il quantitativo di tale tipologia di rifiuti ammonta, infatti, nell’anno 2008 a quasi 3,5 milioni di tonnellate, corrispondenti in termini percentuali al 30,6 per cento circa della produzione nazionale di rifiuti speciali pericolosi”.
L’edilizia, come detto, non regge da sola il peso… della classifica. Altre attività economiche forniscono il loro contributo. Le attività manifatturiere per circa il 36 per cento, quelle di trattamento dei rifiuti con il 14 per cento. Seguono i servizi, il commercio e i trasporti (4,2 per cento), la produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (2,9 per cento), l’estrazione di minerali, le attività delle pubbliche amministrazioni e del settore sanitario, l’agricoltura e la pesca.


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