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IL GIORNALIERO - Giovani italiani inamovibili e poco sedotti dal lavoro oltre confine (1) Stampa E-mail

16 maggio 2011 - Questione di punti di vista (e di differenti culture), a conferma che l’Europa è un mosaico di tessere tra di loro quanto mai eterogenee. Quella che in un Paese è spesso considerata come un’amara costrizione da subire quasi passivamente, in un altro è invece percepita come una grande opportunità e accolta con grande entusiasmo.
È così che, mentre mezza Europa sogna di poter lavorare all’estero, magari non per tutta la vita ma per un periodo significativo di tempo, l’Italia preferisce rinchiudersi nel proprio cortile. Non a caso, quando una eccellenza (e non necessariamente una eccellenza...) tricolore passa i confini per mettersi in gioco professionalmente all’estero, si tende a piangere l’ennesima fuga di un cervello piuttosto che sorridere al soggetto in questione per il risultato ottenuto. Un tema, questo, sul quale Nuova Energia ha già concentrato l’attenzione nel recente passato.
Al riguardo l’ultima indagine di Eurobarometro segnala infatti come il 53 per cento dei giovani europei (con età compresa tra i 15 e i 35 anni) sia ben disposto a lavorare in un altro Paese dell’Unione. Addirittura, nel 25 per cento dei casi si “sollecita” una esperienza lavorativa di lungo periodo. A chiudere le porte di fronte a un’ipotesi di work abroad, sono 44 europei su cento.
Meglio togliersi subito l’Italico sassolino dalle scarpe. Il nostro Paese chiude la classifica delle nazioni Ue con un 55 per cento di giovani “inamovibili” e un modesto 14 per cento di entusiasti disposti a trasferirsi all’estero per periodi di tempo non limitati. Solo la Turchia - ma qui siamo già fuori dalla Ue e ai confini dell’Europa - mostra una propensione inferiore rispetto a quella nostrana.
Con un clamoroso testacoda arriviamo in Islanda (90 per cento dei giovani ben disposti a trasferirsi per lavoro), Svezia (76 per cento di young worker con la valigia pronta), Finlandia (71 per cento). E proprio queste presenze al top della classifica sembrano mandare in crisi alcune delle più radicate convinzioni dei sostenitori nostrani della fuga dei cervelli...

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