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IL GIORNALIERO - Israele verso la terra promessa dell’indipendenza. A meno che... (2) Stampa E-mail

2 maggio 2011 - Ebbene sì, anche Israele potrebbe fare i conti con una sorta di Sindrome Nimby. Solo che, in questo caso, il giardino è addirittura sacro. E quindi, è tutto un altro paio di maniche.
Breve riassunto della puntata precedente (pubblicata sul Giornaliero di venerdì scorso). L’attuale situazione geopolitica ha reso conveniente, anche per uno Stato come Israele, coltivare i propri giacimenti di scisti bituminose. Le riserve presenti nel sottosuolo sono davvero ingenti e già sono stati avviati progetti pilota (in particolare da parte di Israel Energy Initiatives). Grazie a questa nuova risorsa potrebbe addirittura concretizzarsi l’agognata indipendenza energetica.
E allora? Il problema è che le aree di prospezione sulle quali sta lavorando la Israel Energy Initiatives sono molto vicine alla biblica valle di Elah, giusto al di fuori di Gerusalemme, proprio là dove la Bibbia posiziona lo scontro tra Davide e Golia. E questa è una ragione di fondo che potrebbe dare forza alle opposizioni locali con un maggiore impatto rispetto al classico “salviamo l’ambiente dalle deturpazioni di petrolio e affini”. Qui entra in gioco qualcosa di più della storia...
Per questo, già nei confronti del piccolo impianto pilota sono sorte non poche complicazioni. E certo, l’obiettivo annunciato di estrarre tanto oil quanto basterebbe per colmare un quinto della domanda interna, andrebbe a investire un ordine di grandezza ben maggiore.
La Israel Energy Initiatives ha cercato di fornire ampie rassicurazioni. La maggior parte dei lavori sarebbero effettuati al di sotto della superficie, almeno a 250-300 metri di profondità. E la tecnologia utilizzata sarebbe assai simile a quella che la Royal Dutch Shell sta adottando negli Stati Uniti. Un Paese che non va certo per il sottile, quanto a vincoli ambientali.
Intanto, il Ministero per le infrastrutture di Israele ha già dichiarato di essere disposto a vagliare il rilascio di ulteriori licenze di esplorazione qualora i risultati conseguiti da Israel Energy Initiatives dovessero convincere altre imprese a giocare la carta degli scisti bituminosi.

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