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IL GIORNALIERO - Israele verso la terra promessa dell’indipendenza. A meno che... (1) Stampa E-mail

29 aprile 2011 - Israele potrebbe presto diventare un produttore di... petrolio! A voler essere precisi si tratta di scisti bituminosi (oil shale) ma questo sembra essere solo un dettaglio. Con le attuali quotazioni del greggio, con lo scenario geopolitico che si va delineando, con le tecnologie a disposizione, si tratterebbe di risorse economicamente sfruttabili. E anche in tempi brevi.
Sul campo sembra esserci qualcosa in più di un semplice progetto di massima. L’agenzia Reuters assicura che la company israeliana Israel Energy Initiatives (IEI) avrebbe già investito dieci milioni di dollari per l’avvio di un primo progetto pilota, che potrebbe concretizzarsi già entro la fine di quest’anno. In caso di successo potrebbe partire in tempi brevi la produzione di 50 mila barili di oil al giorno, sufficienti per coprire il 20 per cento dei consumi attuali. Con la prospettiva di poter coltivare questa risorsa (almeno) per i prossimi 30 anni. Si stima, se tutto andrà secondo i piani di poter estrarre il petrolio con un costo vivo intorno ai 40 dollari/barile.
Di sicuro, all’iniziativa non dovrebbe mancare il supporto dei mass media su scala internazionale: tra gli azionisti della IEI (e più in generale, tra i supporter del progetto) figura anche il nome di Rupert Murdoch, che certo non ha bisogno di presentazioni.
La presenza di oil shale sul territorio israeliano è nota da tempo (almeno un decennio) e già nel 2005 un report del U.S. Geological Survey aveva inserito Israele nella lista dei 14 Paesi con le più promettenti potenzialità di sfruttamento delle scisti bituminose.
Tra gli esperti energetici israeliani c’è molto entusiasmo e da parte della componente politica sembra non mancare un largo appoggio. Anche perché, la pratica oil shale, assieme alle recenti scoperte di giacimenti di gas naturale offshore, potrebbe davvero assicurare ad Israele l’agognata terra promessa dell’indipendenza energetica.
Come spesso succede, però, potrebbe anche esseci un colpo di scena finale, addirittura di dimensioni bibliche.

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