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IL GIORNALIERO - Il trasporto pubblico locale dà segni di risveglio. E ora tocca all’utenza (1) Stampa E-mail

11 aprile 2011 - Il trasporto pubblico locale sembra voler abbandonare i panni della Bella Addormentata (in città) o della classica Cenerentola (prima del ballo). Non è ancora - sia chiaro - una principessa in abito di gala, ma almeno ci sta mettendo un po’ di buona volontà per migliorare il livello della propria offerta. E per aumentare il proprio appeal nei confronti della mobilità privata. Il riconoscimento di questo sforzo viene dagli aggiornamenti statistici dell’Istat sullo stato dell’arte dei trasporti urbani nelle nostre città.
Primo segnale positivo. Nel 2009 (l’ultimo anno censito dall’Istituto statistico nazionale) nei comuni capoluogo di provincia è aumentata la densità delle reti di trasporto pubblico urbano di superficie (più 2 per cento rispetto al 2008). Questo indicatore misura i chilometri di linee percorse dagli autobus. Particolarmente dinamici risultano i comuni di minori dimensioni (ad esempio, Cosenza e Aosta) per via dei tanti collegamenti tra il cento urbano abitato e le frazioni, comunque ricompresse nel territorio comunale.
Un secondo segnale positivo riguarda i cosiddetti posti-chilometro. Anche in questo caso si rileva un incremento dell’offerta (più 0,3 per cento rispetto al 2008).
Infine, un terzo incoraggiante dato, quello inerente la densità delle fermate che indicano la capacità del servizio pubblico di trasporto di presidiare il territorio in maniera organica e diffusa. Secondo le ultime rilevazioni Istat, sempre relativamente ai comuni capoluogo di provincia, si viaggia su una media di 4,2 fermate (di autobus, tram e filobus) per chilometro quadrato. Il dato risulta stabile rispetto al 2008. Un buon inizio, ma ancora di strada ne manca parecchia prima di poter dire... E vissero tutti felici e contenti.

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