COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
Il vento del Medio Oriente scuote il mondo dell'energia Stampa E-mail
Torna al sommario

di Vittorio D'Ermo


Il 2011 si va sempre più qualificando come un anno di rottura rispetto alle tendenze degli ultimi anni, dominate sostanzialmente dal tema del recupero della domanda mondiale, grazie alla spinta dell’economia cinese, e dai timori di possibili strozzature dell’offerta sullo sfondo del progressivo esaurimento delle risorse petrolifere mondiali.
In particolare, dopo un inizio d’anno ancora dominato dall’aspettativa di recupero dell’economia, che già aveva spinto i prezzi del petrolio a livelli di guardia a fine 2010, lo scenario è drasticamente mutato con l’inserimento prepotente della componente geopolitica, che sembrava aver perso rilevanza negli ultimi tempi. Tra l’altro, questa riemersione è avvenuta al di fuori della dialettica tra Paesi consumatori e Paesi produttori.

Le crisi petrolifere del passato avevano, quasi sempre, avuto origine da fratture tra Paesi produttori e consumatori, da difficoltà o rivoluzioni interne ai Paesi produttori (come la rivoluzione iraniana o l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq) o da conflitti tra un Paese produttore e l’Occidente, come nel caso della guerra con l’Iraq. La rivolta del mondo arabo del 2011 nasce invece da motivazioni interne, legate al desiderio di rovesciamento di regimi ingessati da decenni ma anche da tensioni connesse alla crisi del settore delle materie prime alimentari, che hanno reso ancor più intollerabile il contrasto tra ceti abbienti e ceti esclusi.

Gli ultimi rapporti del Fondo Monetario e di altre Organizzazione internazionali hanno evidenziato come, a partire dagli anni 2000 ma ancor più dal 2005, i prezzi del grano e di altre derrate abbiano subito continui aumenti, mettendo in grave difficoltà Paesi dove la crescita economica non è adeguata alla crescita demografica e alla pressione delle giovani generazioni che non trovano sbocchi sul mercato del lavoro. Questo spiega perché il fermento che oggi interessa tutto il mondo arabo si sia manifestato in primo luogo in un Paese con una modesta produzione di petrolio come la Tunisia, con il gesto di protesta di un piccolo commerciante che si è dato alle fiamme. A questo gesto simbolico sono seguite manifestazioni sempre più massicce [...].

L'articolo completo è disponibile solo per gli abbonati.
Per maggiori informazioni è possibile contattare la redazione.
Telefono 02 3659 7125 e-mail Questo indirizzo di e-mail è protetto dal spam bots, deve abilitare Javascript per vederlo

 
© 2005 – 2024 www.nuova-energia.com