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IL GIORNALIERO - Australia pronta al grande salto eolico. Comitati del no permettendo... Stampa E-mail

29 marzo 2011 - Nella terra del carbone (e dell’uranio), l’Australia, ecco spuntare le turbine eoliche. Con l’immancabile brezza di polemiche a livello locale. Evidentemente - anche dall’altra parte del Globo - un conto è il principio, sul quale tutti o quasi sono d’accordo. Ben altra cosa è la sua applicazione pratica nel nostro spazio vitale e visivo. Benedetta Sindrome Nimby...
Ad oggi l’apporto al sistema elettrico nazionale dell’energia eolica è puramente simbolico. Carbone e petrolio generano più del 90 per cento dei kWh immessi in rete, secondo i più recenti sudi del Clean Energy Council. Nella nicchia delle rinnovabili è l’idroelettrico ad assicurare il contributo più significativo (copre già oggi il fabbisogno di 1,9 milioni di abitazioni), mentre risultano installati solo 187 MW eolici con ulteriori 138 MW di wind farm in corso di ultimazione.
Nei prossimi anni dovrebbe però concretizzarsi la svolta. Il Dipartimento alla Pianificazione territoriale del governo australiano ha già fissato il target per il 2020: 3.057 MW in esercizio. È lo stesso governo, tuttavia, ad ammettere il persistere di due vincoli non facili da superare: il costo (gli investitori ritengono troppo basso il valore attuale degli incentivi) e l’accettabilità sociale.
Un sondaggio condotto su questo tema lo scorso anno, che ha coinvolto 2.000 cittadini e 300 aziende nelle aree rurali, ha dato i seguenti risultati. In linea di (assoluto) principio l’80 per cento degli interpellati si è detto favorevole all’energia eolica. Circa 20 punti percentuali si perdono, tuttavia, per strada se si propone di realizzare l’impianto entro due chilometri dalla propria abitazione. E nel frattempo in tutte le sei aree designate come wind corridor è già partita la campagna degli oppositori locali, con l’organizzazione di movimenti e di comitati anti-turbine. In attesa che anche i sostenitori, dopo aver barrato la casella del sì sul questionario, facciano sentire anche la loro voce.

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