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IL GIORNALIERO - Dal pozzo al rubinetto, un percorso (perdente) per l’acqua italiana (2) Stampa E-mail

28 marzo 2011 - Mancano all’appello 60 mila litri d’acqua. Secondo le ultime statistiche Istat, attualmente ogni italiano utilizza circa 152 mila litri l’anno. Si tratta tuttavia di un consumo virtuale, ovvero di acqua ad uso potabile prelevata all’origine. Poi, però, l’effettivo erogato è di soli 92.500 litri. E mentre nel primo caso l’Italia è fortemente al di sopra della media europea, nel secondo si allinea con le performance degli altri partner comunitari (vedi il Giornaliero di venerdì). Come si spiega l’anomalia?
Tutta colpa delle perdite che, nel nostro Paese, rappresentano un problema di assoluto rilievo. Per ogni 100 litri che raggiungono il rubinetto di casa, ne vengono infatti erogati all’origine 147! “La perdita di acqua potabile - riconoscono gli esperti dell’Istat - è dovuta alle necessità di garantire una continuità di afflusso nelle condutture, ma anche alle effettive perdite delle condutture stesse. Le maggiori dispersioni di rete si osservano in Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo dove, per ogni 100 litri di acqua erogata, se ne immettono in rete circa 80 litri in più; quelle più basse si riscontrano in Lombardia e nelle due province autonome di Trento e Bolzano”. In questo caso solo 27 litri si perdono per strada.
Profonde differenze tra Nord e Sud si riscontrano anche in tema di qualità percepita del servizio. A livello nazionale 11 famiglie su 100 lamentanoo irregolarità nell’erogazione dell’acqua.
Il problema è particolarmente sentito nel Mezzogiorno dove la percentuale degli insoddisfatti sale al 19 per cento con punte del 33 per cento in Calabria e del 28 per cento in Sicilia. Mentre nelle regioni settentrionali sono solo 6 su 100 le famiglie colpite da un disservizio idrico.

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