24 marzo 2011 - In genere quando si parla di generazione elettrica da biomasse, già poter impiegare l’unità di misura MW viene ritenuto un buon viatico. Figurarsi quando entrano in gioco i GW! A quel punto si tratta davvero di una notizia da alta classifica. “Per rispondere alla crescente domanda interna dell’India - ha annunciato il Ministero per le New and Renewable Energy del grande stato asiatico - stiamo valutando la possibilità di installare 10 GW di impianti alimentati a biomasse entro i prossimi 10 anni”.
“La causa di questa decisione - ha aggiunto - non è imputabile solo all’accresciuto fabbisogno di elettricità, ma anche alla costante riduzione delle disponibilità di fonti fossili”. Nessun cenno, neppure indiretto, al nucleare. L’intenzione è quella di rivolgersi soprattutto a surplus biomass, ovvero a residui di origine sia agricola, sia forestale, evidentemente per non entrare in conflitto con le produzioni alimentari. In parallelo sarà anche incentivata la diffusione di impianti di piccola taglia adeguati per l’alimentazione di reti locali a 11 kV.
L’intenzione è comunque quella di realizzare una vera e propria filiera industriale, con una maggiore programmazione - rispetto a quanto già oggi succede - degli approvvigionamenti. L’esperienza accumulata in questi anni ha dimostrato che il solo ricorso ai residui di coltivazioni quali, ad esempio, il riso o il cotone, non permette un costante utilizzo degli impianti a pieno regime e pone inevitabili vincoli in termini di disponibilità.
Da qui la scelta di prevedere apposite piantagioni dedicate a supporto, in aree oggi degradate o abbandonate. Secondo alcuni studi sviluppati in ambito locale, con 150-200 ettari di foresta marginale o di terra degradata, convertitai a colture dedicate, si potrebbe ottenere un raccolto annuo sufficiente per alimentare una centrale di produzione da 1 MW.