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IL GIORNALIERO - Gli altri siamo noi... Anche l’Europa si scopre a rischio siccità Stampa E-mail

23 marzo 2011 - Anche l’acqua, come la povertà energetica... Quando si parla della risorsa idrica si rischia di sottovalutare (almeno da un punto di vista geografico) il problema. Siccità, depauperamento delle disponibilità, difficoltà di accesso all’oro blu sono problemi di portata planetaria (chi non lo riconosce)... Fortunatamente, però, estranei all’Europa.
Errore! Lo stesso che si commette quando si pensa che l’energy poverty sia un male dal quale l’Unione europea può considerarsi immune. Anche nel Vecchio Continente è dunque allarme acqua. Certamente la situazione è meno grave rispetto a quanto può succedere in Africa o in altre aree emergenti del Pianeta. Ma da non sottovalutare.
Un rapporto pubblicato dalla Commissione europea nei giorni scorsi parla chiaramente di situazioni di scarsità, fenomeni (crescenti) di siccità, livello critico di bilanciamento tra la domanda e la disponibilità di risorse idriche, come di un problema comune a molte aree dell’Europa. Un trend - rincarano la dose gli esperti di Bruxelles - destinato ad accelerare nei prossimi anni, a causa dei cambiamenti climatici in essere. Da qui l’appello a una profonda revisione delle politiche dell’acqua oggi in essere all’interno della Ue, da attuarsi entro la fine del 2012.
Molte le situazioni sotto osservazione. La Repubblica Ceca, Cipro e Malta sono state iscritte nella lista delle nazioni con “ricorrenti problemi di scarsità di acqua”. Francia, Ungheria, Gran Bretagna, Portogallo e Spagna hanno acceso la spia dell’allarme rosso segnalando una tendenza a livelli di piovosità sempre più ridotti, rispetto alle medie di lungo periodo dei decenni passati. Olanda, Svezia, Francia e Romania hanno segnalato problemi di ridotta accessibilità alla risorsa idrica in particolari aree del Paese.
Un elenco dal quale manca l’Italia (e questa è una sorpresa) e che vede, invece, moltiplicarsi le criticità proprio nel Centro Nord dell’Europa (altra sorpresa), lontano da quel Mediterraneo che sarebbe più intuitivo considerare come una zona a rischio.

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