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IL GIORNALIERO - Le miniere di uranio australiane: non ci sarà alcun calo di attività! Stampa E-mail

22 marzo 2011 - Non ci sarà alcuna conseguenza di lungo periodo. Nella ridda di previsioni sul futuro del nucleare su scala mondiale - in apparenza sempre più in salita - irrompe una voce in decisa controtendenza, quella dell’Australian Uranium Association. Uno dei più autorevoli soggetti, tra coloro che commercializzano sui mercati internazionali la materia prima per alimentare le centrali, sembra dunque convinto del fatto che l’emergenza Fukushima non avrà conseguenze durature.
Magari ci sarà un periodo di incertezza sul mercato mondiale dell’uranio - ha riconosciuto il Ceo dell’Australian Uranium Association Michael Angwin - necessario perché i governi e le utility possano imparare la lezione ed evitare nuovi errori, ma il futuro dell’energia nucleare non subirà scossoni e rimarrà di fatto immutato”.
“Il vero nemico dello sviluppo sostenibile - ha aggiunto Michael Angwin - rimane il riscaldamento del Pianeta e il nucleare continua a essere una delle soluzioni tecnologicamente più valide per ridurre le emissioni di anidride carbonica e incrementare, nel contempo, la sicurezza degli approvvigionamenti energetici. E dobbiamo, comunque, sempre ricordarci che nulla è sicuro in assoluto e che le attività industriali, inevitabilmente, possono causare dei disastri”.
In particolare Michael Angwin ha poi sottolineato come l’export di uranio dell’Australia - Paese che possiede il 40 per cento delle riserve mondiali - non sarà toccato che in misura minimale dall’evento giapponese e che lo stesso Giappone, superata la crisi attuale, continuerà ad approvvigionarsi del minerale in quantità forse anche superiore al passato.

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