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PAUSA-ENERGIA
 
Rinnovabili e compensazioni a favore dei Comuni Stampa E-mail
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di Andrea Molocchi


Il problema degli impatti ambientali e paesaggistici di alcune tipologie di impianti per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili (soprattutto impianti eolici industriali e fotovoltaici di potenza in aree agricole) è sempre più al centro dell’attenzione di mass media e opinione pubblica, sia su scala locale sia nazionale. Anche se non sono a disposizione dati aggregati sull’entità degli impatti territoriali di questi impianti (sarebbe ad esempio utile poter disporre, per ogni impianto, perlomeno del dato di superficie dell’area di intervisibilità, costantemente richiamata dalle Linee Guida per gli impianti eolici), stanno emergendo dati a dir poco sconcertanti sia sotto il profilo delle richieste di autorizzazione sia delle installazioni effettive.

Si pensi solo che, nel caso del fotovoltaico, il GSE ha stimato a fine 2010 circa 7.000 MW installati (circa 200.000 impianti), contro i 2.500 MW previsti pochi mesi prima dal Piano nazionale: utilizzando il mix dimensionale sempre di fonte GSE (relativo agli impianti entrati effettivamente in esercizio) è possibile stimare che, di questi 7.000 MW, gli impianti superiori ai 50 kW contribuirebbero per 4.900 MW (70 per cento della potenza complessiva) e corrisponderebbero a 8.800 impianti (4,4 per cento in numero). Non è dato sapere quanti di questi siano quelli di grandi dimensioni (cosiddetti di potenza) realizzati in aree agricole (piuttosto che - più correttamente sotto il profilo paesaggistico - sui tetti dei capannoni o in aree industriali), ma è evidente che si sta parlando di un ordine di grandezza di migliaia di impianti.

Le amministrazioni regionali e locali sono oberate di richieste di autorizzazioni e nulla osta a vario titolo; si spera quindi che stiano procedendo alle verifiche tecniche e amministrative previste dalla legislazione applicabile. In aggiunta ai tradizionali strumenti di prevenzione degli impatti ambientali e territoriali (Valutazione Ambientale Strategica per piani e programmi, Valutazione d’Impatto Ambientale per i progetti), le Linee Guida per l’autorizzazione degli impianti a fonti rinnovabili del 10 settembre 2010 hanno introdotto un ulteriore strumento, importante (anche se non decisivo) ai fini della prevenzione degli effetti paesaggistici, dell’accettabilità sociale e della riduzione dei rischi per i proponenti dei progetti: l’indicazione delle aree non idonee. Regioni e Province autonome possono procedere alla indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti, previa istruttoria, ricorrendo o all’atto di programmazione per il raggiungimento dell’obiettivo regionale o, nelle more del burden sharing regionale previsto dalla legge 13/2009, con altro procedimento. Perché questo strumento non può essere risolutivo? [...]

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