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IL GIORNALIERO - Da angeli a demoni, l’IEEP cambia il destino dei biofuel (1) Stampa E-mail

18 marzo 2011 - Il mite dottor Jekyll sembra dover cedere ancora una volta la scena al crudele Mr. Hyde! Se Robert Louis Stevenson fosse uno scrittore dei giorni nostri, avrebbe forse ambientato il suo capolavoro a Bruxelles, in uno dei palazzi della Commissione dove si discute (e si decide) di biofuel. Si tratta, infatti, di una fonte che soffre di una grave ed evidente scissione della personalità! Ora descritta come un’angelica panacea e un efficace antidoto allo strapotere del barile, ora come un inganno quasi demoniaco che - a conti fatti - farà solo aumentare l’inquinamento, la deforestazione, le disparità sociali.
Biocombustibili senza mezze misure, dunque. O li ami o li odi, o sono eroi o mostri, o porteranno alla redenzione assoluta o alla distruzione totale... Nemmeno si trattasse di un Presidente del Consiglio!
Una delle ultime (autorevoli) prese di posizione in materia propende dunque per la versione Mr. Hyde. Porta la firma dell’IEEP (Institute for European Environmental Policy) e sui biofuel ci va giù davvero pesante: l’Europa, ad oggi, avrebbe fatto i conti senza... terra. Avrebbe, cioè, prospettato ambiziosi target in termini di disponibilità e consumo di biocombustibili senza però domandarsi dove coltivare la materia prima. Ed entra qui in gioco una nuova inquietante sigla: ILUC. Ovvero, Indirect Land Use Change. Da qui al 2020 - asseriscono gli studiosi dell’IIEP - sarà necessario convertire 6,9 milioni di ettari di territorio - oggi adibiti a coltivazioni alimentari o coperti da foresta - alla causa dei biocombustibili. E questi terreni andranno ricercati per massima parte al di fuori dei consumi dell’Europa a 27 Paesi.
Proprio il concetto di ILUC farà saltare tutti i conti (ambientali) della Commissione europea, trasformando i biofuel così ottenuti in una sorgente di emissioni di gas serra molto più generosa rispetto ai tradizionali derivati del petrolio. Un clamoroso autogol, insomma.

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