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IL GIORNALIERO - Senza un cambio di passo, per il geotermico un futuro tiepido Stampa E-mail

11 marzo 2011 - Tra l’ipotesi high-growth e l’alternativa conservative c’è solo un uno di differenza. Ma quell’uno è posizionato in modo a di poco strategico... Secondo il più recente studio sulle prospettive di espansione del geotermico a livello mondiale da qui al 2020, le possibilità spaziano da un (altamente) ottimistico più 134 per cento qualora si dovessero verificare le ipotesi più favorevoli, a un più modesto (ma comunque decoroso) più 34 per cento nello scenario business as usual, quello conservativo che mantiene inalterate le attuali condizioni economiche, geopolitiche, tecnologiche.
Il report, realizzato dalla Pike Research, parte dalla stima di 10.700 MW come potenza globale installata a fine 2010 in 26 Paesi del globo. Nella migliore delle ipotesi, in base a questo studio, nei prossimi 9 anni potrebbero essere realizzati nuovi impianti per 14.400 MW, così da raggiungere il nuovo traguardo di 25,1 GW. In assenza di un netto cambio di marcia, invece, ci si dovrà accontentare di aggiungere alla dotazione attuale solo 3.600 nuovi MW, raggiungendo così (sempre all’orizzonte 2020) i 14,3 GW. Tutto sommato, quindi, un futuro piuttosto tiepido.
Occorre anche ricordare che, attualmente, la distribuzione geografica della generazione geo è tutt’altro che capillare. Sette Paesi, da soli, rappresentano l’88 per cento dell’intero mercato mondiale. La diffusione delle tecnologie EGS (Enhanced Geothermal System), potrebbe in prospettiva ampliare il numero delle aree idonee per uno sviluppo del geotermico e quindi incrementare il numero di Paesi che possono annoverare anche questa tecnologia tra le fonti rinnovabili nel proprio paniere energetico.

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