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IL GIORNALIERO - Ue: nei consumi di materie prime il mattone pesa più del petrolio (1) Stampa E-mail

7 marzo 2011 - E se il 20-20-20 non riguardasse solo l’energia? Probabilmente l’Europa dovrebbe alzare bandiera bianca. Il fabbisogno di materie prime nel Vecchio Continente è infatti segnalato in costante e per certi versi drammatico aumento, nonostante le reiterate promesse - per ora più slogan che altro - di promuovere nuovi modelli di sviluppo sostenibile e percorrere solo i sentieri della green economy.
Sembra difficile da credere ma ogni europeo, per mantenere gli attuali standard di vita, deve consumare in un mese venti volte il proprio peso in materiali estratti dalla Madre Terra. Le più recenti statistiche in materia portano la firma di Eurostat e purtroppo, pur essendo state pubblicate a inizio marzo, si fermano al 2007. Ebbene, secondo queste elaborazioni il consumo medio all’interno della Ue è pari a 16,5 tonnellate per abitante, con una crescita del 5 per cento rispetto ai valori del 2000. L’Europa si segnala anche per essere un importatore netto di materie prime, con un trend in costante crescita (più 25 per cento) negli ultimi sette anni. Alla faccia della tanto conclamata ambizione dell’Europa all’indipendenza! A livello aggregato significa che l’economia europea nel suo complesso ha oggi bisogno per funzionare di 8,2 miliardi di tonnellate rispetto ai 7,6 miliardi del 2000.
Per nulla scontata la lista degli ingredienti che concorrono alla realizzazione di questa pesantissima torta. L’indagine prende in esame il complesso di raw material estratto dall’ambiente naturale, con la sola eccezione di aria e acqua. In assoluto sono i materiali da costruzione - sabbia e ghiaia in primis - i più richiesti, con una quota parte pari al 38 per cento (dunque, circa 2 miliardi e mezzo di tonnellate/anno). A seguire le biomasse, intese in senso lato: ovvero, legno, materie prime di origine agricola, scarti forestali e agricoli, prodotti della zootecnia, per un 24 per cento complessivo (poco meno di 2 miliardi di tonnellate/anno). Sul terzo gradino di questo podio, le altre materie prime non metalliche, con uno share del 23 per cento. E l’energia?

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