4 marzo 2011 - È l’equivalente di due o tre finanziarie, di quelle da lacrime e sangue. Una cifra pari a quasi 35 miliardi di euro l’anno. A tanto ammonta la spesa nazionale per la gestione dei rifiuti, delle acque reflue, delle risorse idriche. Il solo ciclo dei rifiuti presenta una bolletta annuale pari a 21.514 milioni di euro, circa un punto e mezzo di Pil. A fette grosse, si tratta di una cifra pari a 350 euro/anno a testa, neonati e ultracentenari compresi. Un euro al giorno, per non sbagliare.
Proprio i rifiuti sono la voce che, negli ultimi tredici anni ha segnato i tassi di incremento più elevati. Dal 1997 al 2009 la spesa nazionale è infatti lievitata del 95 per cento, mentre la gestione delle acque reflue è riuscita a contenere in 44 punti percentuali la lievitazione dei costi, e la gestione delle risorse idriche ha incassato un aumento del 52 per cento.
C’è un altro dato interessante sulla questione rifiuti. Il valore complessivo di oltre 21,5 miliardi di euro ha a che fare con tre componenti principali: le imprese, che passano dai 6.097 milioni di euro del 1997 ai 12.419 del 2009 (più 104 per cento); le famiglie (da 3.788 a 6.818 milioni di euro, più 80 per cento); e le amministrazioni pubbliche, in assoluto l’attore che ha visto la crescita più incontrollata dei costi (da 29 a 279 milioni di euro, più 860 per cento).
Un’ultima riflessione sulla componente familiare. La spesa diretta media per famiglia - per la sola gestione dei rifiuti - è oggi pari a 315 euro/anno. Se si aggiunge anche la gestione delle acque reflue e delle risorse idriche si arriva a quota 566 euro. Parecchio di più rispetto alla bolletta elettrica tipo, che si ferma attorno ai 420 euro/anno.
Eppure, per qualche strana ragione, sembra che siano solo gli aumenti del kWh e della benzina ad allarme cittadini e mass media...

Su questo stesso tema, il numero 1|2011 di Nuova Energia
pubblica due articoli di approfondimento:
Così migliora il waste management | Campania con la polvere sotto il tappeto