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IL GIORNALIERO - Milano e la Moratti puntano con energia sul teleriscaldamento Stampa E-mail

2 marzo 2011 - Diversificazione e coordinamento. Questa la parola d’ordine di Letizia Moratti pronunciata ieri a Milano durante il convegno Il settore energia: mercato, innovazione e ambiente organizzato da Energy Lab e Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano.
Il sindaco del capoluogo lombardo ha colto l’occasione per rimarcare la necessità di un collegamento sempre più stretto tra enti locali, Stato ed Europa nella consapevolezza che mettendosi insieme, privati, centri di ricerca, si può fare meglio. E non poteva mancare una citazione sulle iniziative e le strategie del Comune che punta decisamente sul risparmio energetico e lo fa scommettendo sul teleriscaldamento.
Una tecnologia nella quale sono stati investiti 300 milioni di euro che permette risparmi compresi tra i 400 e i 1.000 euro l'anno a famiglia. “Oggi sono 230 mila le abitazioni dotate di questa tecnologia - ha aggiunto la Moratti - e contiamo di coprire tutta la città nei prossimi anni. Con la svedese Göteborg siamo al top europeo nell’adozione di questa soluzione”.
Milano non trascura altri campi di intervento, a partire dai controlli sugli impianti di riscaldamento che in due anni hanno toccato quota 120 mila. E soprattutto con il Piano di Governo del territorio (PGT) punta decisamente ad un salto di qualità ambientale con incentivi all’edilizia sostenibile. “L’obiettivo è una città di Classe A - ha spiegato la Moratti - che consentirebbe di ridurre di due terzi le emissioni nocive”. Nessun cenno al tema del nucleare da parte del sindaco.
Molti, invece, nel corso degli altri interventi durante l’evento moderato da Silvio Bosetti, direttore della Fondazione Energy Lab. In un clima di pacato confronto auspicato dal presidente dell’Ordine degli ingegneri di Milano Stefano Calzorari (Un derby tra le fonti energetiche è un ostacolo alla ricerca della verità), si è percepito un dato di fatto: che Milano e la Lombardia sono “capitali storiche” dell’energia e che qualora il nucleare decollasse davvero c’erano, ci sono e ci saranno eccellenze in grado di accompagnarne il ritorno in Italia.

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