28 febbraio 2011 - 19 miliardi di euro. È l’assegno staccato dalla Banca Europea per gli Investimenti (l’istituzione che eroga i finanziamenti di lungo termine dell’Unione europea) nel corso del 2010 a favore di progetti volti a ridurre o contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici (vedi il Giornaliero di venerdì 25 febbraio). Un valore di assoluto rilievo, se si pensa che i prestiti complessivi hanno raggiunto i 72 miliardi di euro (di cui 63 miliardi diretti all’interno della Ue e 9 in Paesi extra Ue), il che conferma quanto la low carbon economy rientri tra le priorità assolute della BEI.
A beneficiare di questo sforzo finanziario sono state le rinnovabili, l’efficienza energetica, ma anche i trasporti sostenibili. Un comparto per il quale la BEI svolge un ruolo primario è infatti quello della promozione della messa a punto dei veicoli elettrici. Altri ambiti di intervento sono la forestazione, l’innovazione, l’adattamento al cambiamento climatico, lo sviluppo delle tecnologie di CCS.
Notevoli anche gli sforzi profusi al di fuori dell’Unione. “I Paesi extra Ue - precisa la BEI - hanno ottenuto 2 miliardi di euro dalla Banca in finanziamenti diretti a sostenere l’azione a favore del clima nel 2010. Nel prossimo triennio, la BEI potenzierà sostanzialmente il suo contributo ai progetti dedicati all’energia sostenibile in queste nazioni. Ciò riflette l’aumento di dotazioni del Fondo per la sostenibilità energetica (più 1,5 miliardi di euro), che raggiungerà così un portafoglio complessivo di 4,5 miliardi di euro”. A tutto ciò va sommato il proposto mandato da 2 miliardi di euro per le operazioni a favore del clima (attualmente in fase di negoziazione con il Parlamento europeo e il Consiglio).
Tanti tasselli che dimostrano come, sempre di più, la BEI condivide (e supporta) la scelta della Ue di raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale non solo giocando in casa, ma dimostrandosi vincente anche in trasferta.