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IL GIORNALIERO - Hogan (ABB): “Un 2010 pieno di record e di fiducia nel futuro” Stampa E-mail

18 febbraio 2011 - “Sono fiducioso nel futuro”. Una dichiarazione come questa fa molto piacere in generale… e lo fa in particolare se a pronunciarla è il ceo di una multinazionale come ABB. I tempi della grande crisi, per Joe Hogan sembrano davvero lontani; anzi lo sono quando elenca tutta una serie di dati, ovviamente positivi, durante la videoconferenza in collegamento da Zurigo e “fruita” anche a Sesto S.Giovanni nella sede di ABB Italia.
Una girandola di dati e cifre sull’andamento 2010 che Hogan espone con sobria ma evidente soddisfazione (il tutto è consultabile sul sito www.abb.it) entrando ora nel dettaglio ora approfondendo i singoli macroscenari. Utili, ordinativi e investimenti in forte crescita; drastica riduzione dei costi.

Ecco il cocktail virtuoso del Gruppo che con una strategica politica di acquisizioni punta a cogliere le sfide dei mercati internazionali tra i quali si segnalano per forte espansione Arabia Saudita e Corea del Sud senza trascurare la robusta domanda della Cina (il nostro miglior mercato, sottolinea Hogan) in termini di efficienza energetica e green economy.
Ottime “soddisfazioni” dalla Germania soprattutto nel settore delle rinnovabili. Insomma, la relazione ascoltata, se rende ovviamente merito alla bontà delle strategie del gigante della tecnologia per l’energia e l’automazione, rivela un segnale più che confortante sulla ripresa dell’economia internazionale. Lo testimoniano il bisogno di reti intelligenti, i forti investimenti nelle attività minerarie, nell’automazione dei processi produttivi e un settore dei trasporti che vuol viaggiare con più efficienza e sostenibilità.
Ambiti nei quali il Gruppo opera con l’offerta di una tecnologia molto aggressiva che risponde al mercato. Con alle spalle un quarto trimestre 2010 che ha visto ordinativi record nella storia dell’azienda, Hogan chiude un intervento all’insegna dell’ottimismo. Siamo più competitivi e gli investitori possono stare tranquilli. E, su ben altra scala, c’è la sensazione che dopo la grave crisi economica il futuro possa essere più tranquillo.

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