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IL GIORNALIERO - Agricoltura: l’energia resta una voce dai tanti costi e pochi guadagni Stampa E-mail

16 febbraio 2011 - Per l’agricoltura italiana l’energia resta una (pesante) voce di costo e - almeno per il momento - una (lontana) chimera di guadagno. La prospettiva di un settore primario non solo autosufficiente, ma addirittura in grado di produrre e commercializzare con soddisfazione più Mtep di quanti ne consumi, resta al momento assai lontana dalla realtà. Parola di Istat.
Considerando i costi intermedi - ovvero il valore dei beni e servizi acquistati sul mercato dall’azienda e da essa utilizzati per il conseguimento della produzione - elettricità, gasolio e gas naturale rappresentano una voce di assoluto rilievo e per altro in crescita.
L’acquisto di acqua ed energia ha un peso specifico pari al 5,9 per cento (valore 2008) in crescita rispetto all’anno precedente. La spesa è superiore a quella affrontata per l’amministrazione dell’azienda (5,6 per cento), per il ricorso a prestazioni in contoterzi, per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Chiaramente la principale voce di spesa è rappresentata dall’acquisto di input per l’allevamento e per le coltivazioni (nel complesso, il 60,9 per cento), seguita dai costi di gestione ed esercizio dei mezzi meccanici (11,5 per cento). Ma l’energia si conferma saldamente in terza posizione. Completamente diverso il discorso sul fronte ricavi.
Nell’ultima indagine Istat non esiste un dettaglio specifico per questa voce, ma non è difficile fare qualche conto sugli ordini di grandezza. Escludendo i guadagni conseguiti per la vendita dei prodotti vegetali, di quelli zootecnici, degli animali da macellazione e per i lavori in conto terzi, rimane una fettina dell’1,4 per cento inerente la voce generica altri ricavi. Nei quali entrano le attività di agriturismo, la vendita diretta al cliente finale, le fattorie didattiche, la cura del verde pubblico, la gestione delle aree venatorie, la produzione di energia, la riqualifica del territorio e altro ancora. Per l’energia - dunque - a essere generosi qualche zero virgola per cento. Un ordine di grandezza ben diverso da quello che si riscontra in termini di costi.

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