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IL GIORNALIERO - È il fotovoltaico la nuova arma segreta dei marines in Afghanistan (1) Stampa E-mail

25 gennaio 2011 - Nel distretto del Sangin, in Afghanistan, un drappello di marines (terzo battaglione, quinto reggimento) sta conducendo una duplice battaglia. La prima, ufficiale, nell’ambito dell’operazione Enduring Freedom. La seconda, non meno impegnativa, contro i cambiamenti climatici! Nome in codice: ExFOB - Experimental Forward Operating Base. Arma segreta, il pannello solare.
In questa prima applicazione il progetto ExFOB prevede, appunto, l’utilizzo del fotovoltaico per ricaricare le batterie da campo utilizzate per alimentare computer, sistemi radio, apparecchi di illuminazione. Con un risparmio nei consumi di gasolio tradizionale attorno al 90 per cento.
“Nella nostra base - ha dichiarato il sergente David Doty, siamo riusciti a ridurre i consumi da 20 galloni giorno a 2,5 galloni, con tangibili vantaggi in termini di sicurezza”. In effetti, la vera ragione alla base di questa scelta strategica non riguarda il global warming.
“Riducendo sensibilmente i consumi di combustibile - hanno riconosciuto i responsabili del progetto - si possono limitare gli approvvigionamenti e quindi il numero di convogli che riforniscono i campi, evitando rischi di attacchi e attentati. Inoltre, durante la notte, il rumore di un generatore diesel può diventare un pericoloso richiamo per gli insorti, poiché può essere percepito anche a una certa distanza. Mentre la ricarica diurna delle batterie tramite silicio è del tutto silenziosa”.
“La logistica è un aspetto sempre più essenziale - ha aggiunto il sergente Willy Carrion - per qualsiasi compagnia operativa. Un marines può sopravvivere a lungo in un ambiente ostile con piccole quantità di cibo e di acqua, ma non senza energia”.
“All’inizio eravamo molto scettici su questa strada - è un altro commento raccolto tra i marines che stanno sperimentando il programma ExFOB - poiché ci sembrava un cambiamento inutile e oneroso. Ora che lo abbiamo sperimentato in prima persona, ci siamo però resi conto di quanto anche le rinnovabili possano diventare strategiche e offrire un contributo alla nostra causa militare”.

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