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IL GIORNALIERO - È il nucleare la fonte più dinamica del 2010 negli States (2) Stampa E-mail

21 gennaio 2011 - Una recentissima pubblicazione diramata dall’EIA, l’Energy Information Administartion, ha rilanciato le quotazioni dell’atomo nella politica energetica degli States (vedi Giornaliero di ieri). Lo studio ha infatti rilevato come, negli ultimi dodici mesi, proprio la generazione da fonte nucleare abbia riscontrato la crescita più elevata in termini di produzione immessa in rete (più 4,7 TWh). In aumento - ma non certo su questi livelli - anche gas naturale ed eolico. Forte, invece, il regresso del carbone. Per il combustibile fossile più diffuso sul Pianeta il taglio (sempre nel periodo ottobre 2009-ottobre 2010) è stato pari a 7 TWh per un declino che in termini percentuali vale cinque punti. Ohio, Minnesota e Nebraska sono gli Stati che hanno limitato le produzioni in maniera più netta.
Altra fonte costretta a tirare i remi in barca, l’idroelettrico. E qui è stato un vero e proprio tracollo: 2,3 GWh in meno prodotti l’ultimo anno per una contrazione pari all’11,7 per cento in termini relativi. Troppo basse le precipitazioni nella fascia Sud degli States per mantenere i livelli medi del recente passato.
Se a questo punto si considerano le due principali fonti rinnovabili (eolico + idroelettrico) il risultato finale è purtroppo negativo: meno 1,2 TWh immessi in rete negli ultimi dodici mesi presi in esame dall’ Energy Information Administartion. Il bilancio delle renewable, così presentato, è dunque - purtroppo - in deficit. Fortuna che un’altra soluzione zero carbon - il nucleare, appunto - ci ha messo una pezza. Altrimenti chi li sentiva i fautori della lotta ai cambiamenti climatici?

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