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IL GIORNALIERO - L’eolico cinese cresce grazie anche alle installazioni off-grid Stampa E-mail

18 gennaio 2011 - È un po’ un ritorno alle origini quello che sembra accompagnare lo sviluppo delle rinnovabili cinesi. La concezione di queste fonti non (solo) come centrali di potenza da connettere in rete per spedire il kWh verde chissà dove, quanto piuttosto come soluzioni puntuali per soddisfare la domanda di singole comunità o attività in ambito strettamente locale. Le renewable della prima ora, insomma... prima che esplodesse il concetto delle grandi fattorie eoliche o dei maxi impianti fotovoltaici.
Cosa sta dunque succedendo il Cina? Le fonti ufficiali parlano di 41,8 GW eolici installati alla fine del 2010 e i mass media non mancano di annunciare singoli progetti di sviluppo sempre più ambiziosi. Nello stesso tempo, però, il China Electricity Council alla fine di agosto ha ufficializzato la stima di 22,9 GW eolici grid-connected. Questo significa che all’interno della grande muraglia funzionano almeno 15 GW di impianti non connessi in rete e in grado di generare kWh solo per un ristretto ambito territoriale. Non ci sono altri dati più precisi sulla tipologia di questi impianti, sulla potenza media, sulla loro disseminazione. Ma di cero si tratta di installazioni off-grid. E tutto fa supporre che il programma di espansione previsto per i prossimi 3-4 anni continuerà a svilupparsi anche in questa direzione.
Senza naturalmente trascurare le colossali fattorie eoliche da oltre un GW quali 2,5 GW per il progetto Jiuquan nella Provincia di Gansu, 2GW nello Xinjiang e altrettanti a Kailu nella Mongolia interna, 1.5GW per la wind farm Tongyu nello Jilin.

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