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IL GIORNALIERO - Gas e rinnovabili Usa: candidati all’oscar (come non protagonisti) - 2 Stampa E-mail

10 gennaio 2011 - Per i prossimi 25 anni gas naturale e rinnovabili avranno i più sensibili tassi di incremento, all’interno del mix di generazione elettrica americano. Tuttavia, la conquista dei singoli decimali sarà molto più impegnativa di quanto possa sembrare. Come ha evidenziato il Giornaliero di sabato scorso, ci vorranno - ad esempio - 25 anni per assegnare 4 punti alle rinnovabili. E lo stesso gas naturale - che oggi tanto si esalta per le nuove opportunità dello shale gas - non farà certo meno fatica.
Le pur ingentissime risorse interne (stimate in 827.000 miliardi di piedi cubi) andranno presumibilmente a sostituire gas naturale tradizionale, magari di importazione, più che aggiungersi ai già elevati consumi attuali. E infatti, se oggi il gas pesa sulla generazione complessiva per circa il 23 per cento, nel 2035 si dovrebbe attestare attorno al 25 per cento. In crescita - sì - ma non certo irrefrenabile.
Nel contempo, il carbone - pur in calo di consensi - non rinuncerà affatto al suo ruolo di vero e indiscusso protagonista del mix Usa. L’Energy Information Administration ammette che, rispetto al 45 per cento attuale, si dovrebbe scendere al 43 per cento. Due soli punti lasciati sul terreno sembrano tutto sommato accettabili per un Paese che – a detta di certi mass media - aveva indetto una crociata verde.
In realtà - e questi dati lo dimostrano - la vera crociata non è contro la CO2 ma nei confronti della dipendenza dall’estero, specie quando questo estero è considerato geopoliticamente delicato. Le rinnovabili vanno benissimo perché fatte in casa, ma allo stesso modo non si disdegna lo shale gas (all’occorrenza anche esportabile) e - a maggior ragione - il carbone (sia pure adeguatamente mitigato nei suoi effetti dall’introduzione delle nuove tecnologie).
La vera vincitrice di questa lunga battaglia energetica sembra dunque essere la bilancia commerciale. Se nel 2009 le importazioni nette si energia coprivano il 24 per cento dei consumi locali, nel 2035 l’obiettivo è quello di essere scesi al 18 per cento.

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