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IL GIORNALIERO - Gas e rinnovabili Usa: candidati all’oscar (come non protagonisti) - 1 Stampa E-mail

8 gennaio 2011 - Emergenti lo sono di sicuro, e con la certezza di un ruolo da attori di prima fila. Eppure, un ulteriore quarto di secolo di gavetta non sarà ancora sufficiente per ambire all’Oscar da protagonisti. È questo il destino previsto dall’Energy Information Administration per le rinnovabili e il gas naturale negli Stati Uniti, da qui al 2035.
Nell’ultimo Annual Energy Outlook 2011 gli esperti del Dipartimento americano per l’energia assicurano che le rinnovabili (non-hydropower) e il gas naturale conquisteranno nel futuro di medio e lungo periodo importanti quote mercato all’interno del mix elettrico degli Usa. Il processo di crescita dovrebbe durare - ininterrotto - per tutti i prossimi 25 anni.
Più che di una corsa da centometrista, tuttavia, il passo sembra essere quello di una seduta di jogging. Lo share delle rinnovabili dovrebbe passare dal 10 per cento del 2009 al 14 per cento del 2035 con una crescita - fuori dalla retorica green - tutto sommato modesta, per lo meno in base ai parametri europei.
Nello steso tempo non sono previsti sostanziali incrementi del parco centrali nucleari, con un conseguente calo della quota mercato dell’atomo. La stessa dovrebbe passare dal 20 per cento attuale al 17 per cento del 2035. Ergo, seppure con qualche affanno, l’atomo rimarrà ancora sensibilmente più importante delle rinnovabili sul palcoscenico del kWh a stelle e strisce. E lo farà - presumibilmente - fino alle soglie di metà secolo. Da quelle parti del Pianeta, per altro, le due opzioni non vengono proposte all’opinione pubblica come nemici giurati...
E poi c’è il gas naturale. Anche in questo caso si tratta di una fonte che ha acceso molti riflettori. Basti un solo dato al riguardo: rispetto alla precedente edizione dell’Outlook, questa ultima pubblicazione ha raddoppiato le stime sulle disponibilità di shale gas. Per quanto riguarderebbe i giacimenti tecnicamente recuperabili (non necessariamente sfruttabili), la più recente valutazione si assesta a 827.000 miliardi di piedi cubi.

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