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Generazione-N, vieni via con me… Stampa E-mail

di Federico Santi



Nell’ultimo numero di Nuova Energia, questa rubrica si faceva interprete della Generazione N e chiedeva un segno concreto ai promotori del cosiddetto Rinascimento Nucleare. Poiché un segno è arrivato - deboluccio, ma è arrivato - è doveroso segnalarlo e tornare sull’argomento. Il Senato ha finalmente dato il via ai vertici dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare: di questi tempi non è cosa da poco, speriamo che il processo di nomina si concluda a breve.

[...]

Non mi permetto - per carità - di proporre un’agenda a chi tiene le fila del discorso nucleare, solo vorrei segnare due punti che mi sembrano essenziali e che forse a qualcuno sfuggono.
Primo: il mercato (e la democrazia). Vuoi o non vuoi, in Italia esiste un mercato elettrico. Faccio sorridere qualcuno, lo so, ma il mercato esiste, c’è gente di prim’ordine che lavora per farlo funzionare - nonostante le prepotenze di qualcuno - e va rispettato. Il mercato organizzato in regole chiare, trasparenti e fatte rispettare diligentemente a tutti è il fondamento economico - e per certi versi ideologico - delle democrazie liberali occidentali.

_«Lo Stato ha un ruolo
_essenziale, che per il nucleare _è più importante che mai:
_garantire regole chiare, certe
_ e durature. Nient’altro. E per
_farlo - cosa difficilissima - non _può operare nel mercato»
Il mercato merita un grande rispetto da parte di tutti ed una grande attenzione alle regole da parte dello Stato e delle Autorità preposte. Ne va delle fondamenta stesse della nostra Società, il rischio è enorme ed è dietro l’angolo. Deve essere impegno di tutti, ciascuno per la propria parte, curare le regole del mercato ed il loro puntuale rispetto da parte di tutti, senza eccezioni.

Orbene, il nucleare altro non è che una tecnologia di produzione dell’energia elettrica come tutte le altre, come i cicli combinati a gas naturale, come gli impianti a vapore a condensazione a carbone, come i fatidici “IGCC”, come gli impianti a fonti rinnovabili. Non c’è da fare alcuna campagna ideologica a favore del nucleare, né contro il nucleare: è semplicemente una delle opzioni tecnologiche per produrre energia elettrica e come tale deve essere inquadrata nel mercato elettrico. Che non venga in mente a qualcuno di pensare a favoritismi pro-nucleare in termini di incentivi economici, aiuti statali, sostegni vari, politiche fiscali, et cetera: gli operatori stabiliscano in base ai principi di convenienza economica e industriale se e come realizzare centrali elettronucleari, coi vincoli posti dalle autorità e competendo nel mercato elettrico. Se il nucleare conviene, che si faccia; se non conviene che non si faccia. [...]

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