COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
IL GIORNALIERO - Non solo lacrime per l’Italia della ricerca e della formazione (1) Stampa E-mail

11 dicembre 2010 - Non solo lacrime, cervelli in fuga e fondi insufficienti. Fortunatamente quando si parla di ricerca in versione Made in Italy capita anche di sentire delle voci alternative al consensus generale listato a lutto. È il caso del Rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, che sul tema ha rilasciato una stimolante intervista che sarà pubblicata sul numero 6 | 2010 di Nuova Energia, attualmente in corso di stampa. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Roberto Negrini, nuovo presidente della Fast - la Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche - per il triennio 2010-2012.
“Si dice che le Università italiane - commenta Negrini - non siano un granché. Ma non è vero. Il nostro sistema universitario non conosce le teaching university, che in altri Paesi (Stati Uniti compresi) rappresentano la maggioranza, e nelle quali non si fa ricerca. Come Italia non avremo un’eccellenza assoluta stile MIT, ma in compenso abbiamo un tessuto di università ciascuna delle quali può vantare una sua specifica competenza e un ambito di R&S di buon livello. Magari i nostri atenei non appaiono singolarmente nei primissimi posti delle classifiche di merito stilate a livello internazionale, ma nel complesso il servizio che rendono al Paese, anche in tema di R&S, è buono. E anche la ricerca pubblica in Italia non è così lontana dagli standard degli altri Paesi europei”.
L’anello debole, dunque, è rappresentato dal sistema industriale. Spesso per indole più che per scelta. “Il sistema delle piccole e medie imprese, per sua stessa natura, rende più difficile lo sviluppo di programmi di ricerca in modo diffuso e capillare. Essere una PMI non vuol dire, per forza di cose, dover affrontare solo piccoli problemi o dover superare piccoli ostacoli in termini tecnici e scientifici. La mancanza di questa consapevolezza è uno dei limiti principali del nostro sistema produttivo. Va detto, però, che ci sono varie iniziative nel campo della R&S che, proprio per la dimensione specifica di chi le conduce, sono difficili da valutare. E, magari, non entrano nei conteggi delle statistiche ufficiali di settore”.
Insomma, capita anche di fare ricerca e innovazione senza considerarla tale a livello di bilancio, e senza avere una sezione aziendale specificamente dedicata allo scopo...

Continua sul Giornaliero di lunedì

Leggi le altre news

 
© 2005 – 2024 www.nuova-energia.com