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IL GIORNALIERO - Così non va! Monito IEA sulle attuali misure contro il climate change (1) Stampa E-mail

17 novembre 2010 - Così proprio non va e occorre cambiare marcia e direzione. L’International Energy Agency ha appena bollato come inadeguate le attuali politiche di contenimento delle emissioni e di contrasto ai cambiamenti climatici. “I piani fino ad oggi adottati dai vari Paesi del Pianeta - si legge nell’ultima edizione del World Energy Outlook pubblicata lo scorso 9 novembre - non sono sufficienti per contenere i fenomeni in atto. Secondo gli scenari oggi più plausibili, la domanda mondiale di energia è destinata a crescere del 36 per cento tra il 2008 e il 2035, con un tasso medio annuo dell’1,2 per cento senza che il predominio dei combustibili fossili nel mix energetico, venga messo davvero in discussione”.
In base a queste previsioni, alla fine del 2035 la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera potrebbe raggiungere le 650 parti per milione con un incremento medio delle temperature sul lungo periodo di 3,5 °C rispetto ai livelli pre-industrializzazione. Il tutto in violazione dell’Accordo di Copenhagen che impegnava a contenere la variazione al di sotto dei 2° C, ovvero entro il limite delle 450 ppm di anidride carbonica.
L’allarme riguarda in particolare le nazioni emergenti, che dovrebbero essere responsabili del 93 per cento dell’aumento complessivo della domanda di energia (la sola Cina è accreditata di un 36 per cento) e che inevitabilmente, accanto ad ambiziosi progetti di sviluppo del nucleare e delle rinnovabili, dovranno fare ricorso anche alle fonti dure. Petrolio compreso. Non sembra infatti spaventare più di tanto il previsto incremento dei prezzi del greggio.
Secondo la IEA nel 2035 un valore di riferimento potrebbe essere quello di113 dollari/barile. A parte l’aleatorietà della previsione (si fatica a capire come andranno le cose tra due settimane, figuriamoci tra un quarto di secolo), si tratta di un valore che è già stato raggiunto e ampiamente superato negli anni scorsi. Apparentemente senza straordinari stravolgimenti del panorama energetico mondiale.

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