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IL GIORNALIERO - Se l’Europa si allarga, di sicuro ci guadagnano le fonti rinnovabili Stampa E-mail

15 novembre 2010 - Presto o tardi, la Ue sembra destinata a passare dal 27 al 31. In questi giorni la Commissione ha, infatti, adottato il Pacchetto allargamento 2010, ovvero la valutazione annuale sullo stato attuale dei preparativi per l’ingresso dei nuovi membri e sulle sfide a venire. La novità più rilevante è la proposta da parte della Commissione di concedere al Montenegro lo status di Paese candidato. Ma è chiaro che gli occhi sono puntati su altre realtà, i quattro Paesi per i quali sembra più vicina e concreta una possibile adesione: Croazia, Turchia, Islanda e Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia.
“I negoziati con la Croazia sono entrati nella fase finale - sintetizza il documento - e quelli con la Turchia procedono, anche se a rilento. Sono stati avviati i negoziati di adesione con l'Islanda e ribadita la raccomandazione del 2009 per l’avvio di negoziati di adesione con l'ex Repubblica Iugoslava di Macedonia”.
Dal punto di vista energetico, solo una curiosità. Almeno nello specifico delle renewables energy questi Paesi sembrano già pronti per allinearsi agli standard comunitari (sono altri, notoriamente, i problemi...). In Turchia, già oggi, l’idroelettrico copre il 19 per cento della produzione elettrica e questo parco centrali per potenza installata (oltre 13 GW) si posiziona dopo Francia, Italia, Spagna e Svezia. L’eolico è solo agli inizi, ma promette di svilupparsi molto in fretta.
Anche in Croazia il carbone bianco è protagonista, con una quota del 23 per cento sulla generazione complessiva di energia elettrica. Le rinnovabili, nel loro complesso, sono la prima fonte del Paese: 4,3 TWh immessi in rete nel 2007, rispetto ai 3,1 generati da gas, ai 2,4 da carbone e ai 2,3 da olio combustibile. L’Islanda è già oggi un Paese prossimo all’eccellenza. Secondo Eurostat, la generazione elettrica è attualmente assicurata in toto dalle fonti verdi.
Quanto al Montenegro, sono note le attenzioni che alcune utility italiane hanno nei confronti di questa regione dei Balcani; proprio per quanto riguarda lo sviluppo di progetti rinnovabili.

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