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IL GIORNALIERO - Anche J.R. rinnega il petrolio... e il Texas si scopre patria delle rinnovabili Stampa E-mail

8 novembre 2010 - Pare che recentemente il cattivo della serie tv Dallas - Larry Hagman, alias JR - si sia trasformato in un fervente sostenitore della green economy, rinnegando ogni passato legame (televisivo) con il petrolio e diventando addirittura testimonial di una grande azienda tedesca del settore fotovoltaico. A telecamere spente e fuori dalla finzione scenica, sarebbe proprio il silicio il suo elemento preferito. Altro che dollari e idrocarburi!
E come stupirsi? Il Texas intero non è più come una volta. Quello che l’immaginario energetico collettivo designava come la terra promessa dei petrolieri americani. Tutt’altro. Sotto la patina (oleosa) sembra emergere con decisione il verde acceso di una delle realtà più green degli interi Usa. Secondo le più recenti statistiche elaborate dall’Energy Information Administration, con 8.380 MW di capacità rinnovabile installata (a fine agosto) risultava al quarto posto nella classifica dei più virtuosi a stelle e strisce, dopo lo stato di Washinghton (quasi 23.000 MW, essenzialmente idroelettrici), la California (poco meno di 16.000 MW) e l’Oregon (per la precisione, 9.676 MW). Medaglia di legno, che essendo materiale naturale per eccellenza, nella fattispecie vale quanto un metallo prezioso.
Non c’è partita, invece, per quanto riguarda la produzione di biodiesel. Con 456 milioni di galloni/anno il Texas sbaraglia la concorrenza. Alle sue spalle, Iowa e Illinois la cui produzione combinata rimane abbondantemente al di sotto di quella texana.
Curiosità: per ora il pacchetto delle rinnovabili texane è così composto: idroelettrico convenzionale 673 MW, eolico 7.427 MW, biomasse varie 209 MW, gas da discarica 73 MW, fotovoltaico zero MW. Chi avrà il coraggio di dirlo al cattivissimo J.R.?

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