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IL GIORNALIERO - Anche Singapore lo vuole: è il nucleare la migliore alternativa al carbone Stampa E-mail

6 novembre 2010 - Low carbon economy, indipendenza energetica, sviluppo sostenibile, energia eco-compatibile... Concetti complessi che il Sud Est asiatico sembra voler ricomprendere sotto un unico termine: nucleare.
“Anche nel nostro Paese la scelta del nucleare sembra inevitabile - hanno recentemente dichiarato i responsabili del settore energia di Singapore, ultimi di una lunga lista di supporter asiatici dell’atomo - visto che l’impiego di questa soluzione tecnologica risulta essere, almeno al momento, l’alternativa maggiormente eco-compatibile (rispetto al carbone) per economie in forte espansione come le nostre”.
Dettagli più precisi sui tempi di realizzazione, sulle tecnologie scelte, sui siti candidati ad ospitare le centrali (ma da queste parti del Pianeta la Sindrome Nimby non dovrebbe costituire un ostacolo insormontabile...) non sono stati forniti. Ma il piano sembra piuttosto ambizioso. Le autorità locali hanno infatti ricordato che attualmente l’80 per cento della produzione elettrica del Paese è garantito dal carbone, che entro il 2020 si intende ridurre le emissioni climalteranti del settore energia del 16 per cento e che per quella data - comunque - la domanda sarà fortemente salita fino a un picco di 9.000 MW. Un’equazione che sembra risolvibile solo considerando l’entrata in esercizio di alcuni impianti.
“La presenza del nucleare nella piccola Singapore - commenta una nota dell’ICE - sarà sotto i riflettori nei prossimi mesi e, come fa notare lo studioso di Stanford Frank Wolak, il funzionamento nel Paese di reattori sarebbe sottoposto a controlli severissimi che garantirebbero alti livelli di sicurezza, più di quanto non accada in altri Paesi del Sud- Est asiatico”.

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