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IL GIORNALIERO - Per la CCS americana è già l’ora di selezionare i siti di stoccaggio Stampa E-mail

5 novembre 2010 - È assai probabile che il mondo dell’energia debba presto fare i conti con una nuova strisciante epidemia, quella della sindrome Numby (Not under my backyard, per intenderci). Finora, infatti, le preoccupazioni si erano concentrate sui vicini di casa (centrali, impianti, infrastrutture varie e viarie) la cui invadente presenza poteva deturpare il giardino.
Ora il pericolo sembra attentare addirittura alla sicurezza delle cantine! Sembra, cioè, venire dal sottosuolo. La tecnologia incriminata è chiaramente quella della CCS, il sequestro e confinamento dell’anidride carbonica sul quale sono riposte grandi aspettative come antidoto efficace ai cambiamenti climatici. Ma un conto è parlare in astratto di una tecnologia che (forse) verrà, ben altra cosa è selezionare un determinato sito sulla cartina geografica e dichiarare da qui inizia la sperimentazione.
Che questo sia un passaggio tanto delicato quanto essenziale è noto da tempo agli addetti ai lavori Già nel Summit dei Paesi G8 a Gleneagles nel 2005, era stato ufficialmente richiesto all’Agenzia Internazionale per l’Energia di effettuare uno studio sull’accettabilità della CCS, proprio per poter elaborare specifiche strategie di comunicazione sul territorio.
Qualcosa di concreto, nel frattempo, si è fatto negli States. Lo scorso 25 ottobre la FutureGen Industrial Alliance ha formalizzato l’intenzione di selezionare proposte da parte di comunità locali interessate a ospitare il sito di stoccaggio  annesso  all’impianto   sperimentale di  Meredosia,  Illinois. Si tratta di una centrale a carbone su scala commerciale da 200 MW con annesso sistema di cattura; s i stima che questo impianto sarà in grado di sottrarre all’emissione in atmosfera il 90 per cento dell’anidride carbonica prodotta e la quasi totalità degli SOx, degli NOX, del mercurio e del particolato.
Lo Stato dell’Illinois è ricco di formazioni saline, giudicate idonee alla fase di stoccaggio dai responsabili del progetto. I quali hanno anche suggerito la volumetria minima che il sito dovrà offrire. Da solo l’impianto pilota necessiterà di una capienza minima pari a 39 milioni di tonnellate (1,3 milioni all’anno per i prossimi 30 anni) ma in previsione di altri apporti, la capacità non dovrà essere inferiore ai 100 milioni di tonnellate con la possibilità di crescere fino a mezzo miliardo di tonnellate.
La selezione dei candidati dovrebbe avvenire già nei primi mesi del 2011. Sindrome Numby permettendo, naturalmente...

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