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IL GIORNALIERO - L’Europa in cerca di competitività sollecita una svolta energetica Stampa E-mail

3 novembre 2010 - Un po’ di politica, qualche buon proposito in termini di semplificazione, lo sguardo rivolto verso lo spazio e un chiaro appello al credito... perché dia più spazio alle imprese. Ma, soprattutto, una rinnovata spinta sul fronte energia. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per l’industria e l’imprenditoria ha dettato nei giorni scorsi la sua ricetta per rilanciare l’industria europea. Perché, ha detto chiaramente Tajani, “l’Europa per conservare la sua posizione di leader nell’universo economico mondiale deve porre l'industria in primo piano”.
Dieci le azioni strategiche ritenute necessarie, con un dosato mix di chiari propositi e di intendimenti più politichesi. La prima guarda direttamente all’interno dei palazzi di Bruxelles, con la necessità di capire quanto la legislazione europea stia facilitando (o rallentando) la crescita della competitività. Va nella medesima direzione il secondo auspicio, che mira a uno snellimento del corpus normativo e dei conseguenti costi a carico delle imprese. L’agevolazione dell’accesso al credito per le PMI e il rafforzamento della normalizzazione europea seguono a ruota.
A questo punto diventa protagonista l’energia. L’auspicio è quello di operare una modernizzazione delle infrastrutture e dei servizi europei dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni per rispondere più efficacemente alle esigenze dell'industria. Non solo, occorrerà anche affrontare le sfide legate alle industrie ad alta intensità energetica mediante interventi volti a migliorare le condizioni di contesto e a sostenere l'innovazione. Viene poi suggerita l’adozione di adeguate misure in specifici segmenti industriali quali i biocarburanti e i trasporti.
Chiudono il decalogo degli auspici la necessità di definire una nuova strategia relativa alle materie prime, la realizzazione di una politica spaziale sull’intera catena di approvvigionamento (energia ancora protagonista, dunque...) e la necessità di attuare una rendicontazione annuale sulla competitività, le politiche industriali e i relativi risultati dell'Europa e degli Stati membri.

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