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IL GIORNALIERO - Liberalizzazione? Il giudizio è positivo, anche se... (2) Stampa E-mail

27 ottobre 2010 - Un quadro plumbeo, con moltissimo ancora da fare. In occasione dell’evento Nuovi mercati energetici e opportunità per le imprese italiane: quali prospettive? che si è svolto a Milano lunedì scorso il giudizio sulla liberalizzazione in Europa dato dal presidente di I-Com Stefano da Empoli non è stato probabilmente di manica larga.
Anche per questo, conforta il sostanziale apprezzamento che invece ha contraddistinto la situazione italiana: “L’Italia ha performato meglio rispetto al resto dell’Europa a 15 nel settore elettrico, posizionandosi al pari della Spagna. Nel gas, invece, siamo nella media; quindi le cose non sono andate benissimo”.
Eppure, proprio in Italia, gli effetti della liberalizzazione sui prezzi non sembrano essere stati straordinari... “Sì - ha risposto, anzi, ha domandato da Empoli - ma dovremmo a questo punto chiederci: quale dinamica avrebbero avuto i prezzi senza liberalizzazione? Grazie alla liberalizzazione (forse) siamo riusciti a contenere i danni di un mix sbilanciato, che è la vera causa del differenziale di prezzo tra le nostre bollette e quelle europee. La variabile di prezzo è determinante, ma non si può usare come unico metro di giudizio della liberalizzazione”.
Quali, dunque, i fattori positivi del processo che si è svolto in Italia? “In termini di qualità del servizio - ha aggiunto da Empoli - i miglioramenti sono stati enormi. Merito anche della regolazione che è comunque un portato della liberalizzazione. Poi la maggiore efficienza delle aziende del settore, sia l’ex monopolista sia le utility, e il tema degli investimenti. L’energia è uno dei rari settori che ha beneficiato di consistenti investimenti esteri. Infine la variabile ambientale, con il calo delle emissioni medie per kWh generato”.
Insomma, c’è un giudizio positivo, con qualche anche e qualche se, la consapevolezza di non poter chiedere troppo alla liberalizzazione che non è la panacea di tutti i mali (vedasi il discorso prezzo) ma anche la soddisfazione di un Paese Italia che ha ancora molto da fare; meno però della maggior parte dei suoi partner europei.

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