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IL GIORNALIERO - Liberalizzazione? Il giudizio è positivo, anche se... (1) Stampa E-mail

26 ottobre 2010 - La buona notizia è che l’Italia - in Europa - non è l’ultima della classe. E anzi, in alcuni casi può addirittura essere presa ad esempio. Quella meno buona è che resta ancora molta strada da percorrere prima di poter ambire a una promozione con lode. La materia in questione è quella della liberalizzazione, un processo ancora in divenire che giusto dieci anni fa cominciava a muovere i suoi primi passi. E sul quale ieri l’evento Nuovi mercati energetici e opportunità per le imprese italiane: quali prospettive? ha riportato l’attenzione degli addetti ai lavori.
L’Italia, si diceva, che la sua parte in Europa certamente l’ha fatta e la sta ancora facendo. Salvatore Pinto, presidente e amministratore delegato di EGL Italia, al tema ha ad esempio dedicato un dosato mix di soddisfazione e di aspettative. “In questi dieci anni di vita sul mercato italiano abbiamo investito 1,5 miliardi di euro per una potenza installata di 2.000 MW, abbiamo stretto importanti partnership con aziende tecnologiche italiane, abbiamo potuto cogliere reali opportunità di business. Tutti elementi che confermano come si sia intrapreso un percorso nella direzione del vero mercato. Ma il cammino verso la piena liberalizzazione è ancora lungo e permangono sulla strada non poche incertezze”. Fermarsi adesso o invertire la rotta sarebbe una scelta inaccettabile anche se non mancano - in senso più allargato, in tutta Europa - i segnali che vanno in quella direzione.
A coglierli è stato Stefano da Empoli, presidente di I-Com, l’Istituto per la competitività. “Dai dati in nostro possesso - ha esordito da Empoli - rileviamo che nell’Europa a 15 dal momento in cui si è deciso di liberalizzare ad oggi molto è stato effettivamente fatto. Fino ad ora, però, più in termini formali che sostanziali. E addirittura, cogliamo ora dei segnali in controtendenza, con un ritorno alle concentrazioni. Poi, soprattutto nel domestico e nelle piccole partite Iva, lo switching è ancora troppo basso. Va un po’ meglio nell’umbundling, ma nel complesso il quadro è plumbeo e moltissimo resta ancora da fare per portare a termine questo lungo percorso”.

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