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IL GIORNALIERO - L’incertezza? Spesso distorce più degli incentivi! Stampa E-mail

20 ottobre 2010 - Ha senso parlare di mercato in presenza di un complesso sistema di aiuti e incentivi (alle rinnovabili) che inevitabilmente condizionano le scelte degli operatori energetici?
Ha preso spunto da questa domanda la prima regulatory lecture autunnale dell’Adam Smith Society, che si è svolta lunedì sera a Milano. “Tutti i principali Paesi hanno scelto la via dei sussidi alle rinnovabili - ha esordito il padrone di casa, Alessandro De Nicola - e ciò ha creato delle inevitabili distorsioni. Poteva essere forse più efficace percorrere la via alternativa di una carbon tax? Lo stesso discorso si potrebbe fare nel caso della mobilità: sempre in termini di mercato, meglio un incentivo diretto all’auto elettrica o un sistema di tassazione sulle emissioni?”
“Per le rinnovabili - ha colto lo spunto Guido Bortoni, capo dipartimento per l’Energia, ministero per lo Sviluppo economico - quella degli incentivi era una necessità, in quanto si tratta di fonti non (ancora) in grado di auto-sostenersi da sole e per le quali andava garantita una integrazione di ricavo ai produttori. E questo è apparso chiaro dalla paleostoria del CIP6. L’evoluzione del settore va continuamente monitorata e, certo, si possono inserire dei correttivi. Ma occorre anche stare attenti a non portare incertezza e instabilità. Altrimenti il circolo virtuoso rischia di interrompersi”.
Gli incentivi sono per definizione distorcenti - ha aggiunto Massimo Ricci, responsabile direzione Mercati dell’Autorità - ma non è detto che una distorsione sia negativa a priori. Nel caso delle rinnovabili si è capito che il mercato, da solo, non sarebbe mai andato nella direzione voluta e allora si è trovato il modo per alterarne il comportamento. Anche una penalizzazione di una fonte - attraverso, ad esempio, la carbon tax - distorce un mercato. Ma non è detto che lo faccia nella direzione voluta”.
Sull’elemento instabilità ha insistito anche Federico Gronda, senior director, global infrastructure & project finance, Fitch Rating: “Il grado di certezza e di stabilità di un mercato sono indispensabili. Basti pensare a quanto è successo questa estate in Spagna nel settore fotovoltaico. Effettivamente gli incentivi potevano essere considerati eccessivi e hanno creato una corsa all’oro. Ma il solo annuncio dell’introduzione di un provvedimento retroattivo ha scatenato un vero e proprio effetto panico”.
Spunti interessanti anche dall’intervento di Roberto Borghini, head of Sustainable development South Europe, GDF Suez Energia Italia. “Talvolta, quando si affrontano questi discorsi, manca una visione prospettica di lungo e lunghissimo periodo. L’orizzonte dei dibattiti è troppo spesso limitato a pochi anni e si perde così di vista l’avvenire nel senso più completo del termine. In ogni caso, soprattutto per un Gruppo mondiale come il nostro, quando siamo chiamati a decidere se effettuare o meno un investimento in un Paese, o in quale Paese effettuarlo, è gioco forza mettere sul piatto della bilancia tre fattori: il quadro degli incentivi, la stabilità delle leggi, la suddivisione chiara del ruolo tra gli attori”.

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