15 ottobre 2010  -  Duemilatrecento  miliardi  da  investire nei  prossimi  dieci anni. È questo l’impegno in soldoni, anzi in dollari, che l’India si è assunta nei confronti della comunità internazionale per incrementare l’efficienza energetica e diffondere le tecnologie a basse emissioni di anidride carbonica, senza con questo penalizzare le proprie velleità di crescita.
Lo ha dichiarato nei giorni scorsi B. K. Chaturvedi, membro della Planning Commission, riconoscendo che l’esigenza di togliere dalla condizione di povertà energetica mezzo miliardo di indiani e di supportare un’economia tra le più dinamiche del Pianeta non può comunque trovare risposta solo nelle fonti fossili a buon mercato e non può annacquare l’imperativo di muoversi in direzione di una vera greener economy.
In occasione del Reuters Global Climate and Alternative Energy Summit lo stesso Chaturvedi ha aggiunto che questo sforzo riguarderà, in particolare, il sole, il vento e l’energia nucleare, a conferma di come all’atomo - almeno al di fuori dell’Europa - sia riconosciuta la stessa dignità delle rinnovabili.
“Alcuni sforzi - ha aggiunto Chaturvedi - riguarderanno la generazione, ma la maggior parte degli investimenti dovrà essere indirizzata all’incremento dell’efficienza energetica”.