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IL GIORNALIERO - Sono 26 gli Stati Usa interessati dalla rivoluzione offshore Stampa E-mail

12 ottobre 2010 - In attesa di capire se la regione dei Grandi Laghi diventerà la più grande fattoria eolica del Pianeta (vedi il Giornaliero di ieri, Usa: l’eolico offshore si prepara a nuotare in dolci acque) gli States sembrano davvero decisi a coprire il gap che - in questo specifico settore - hanno già accumulato nei confronti dell’Europa e della Cina.
Secondo l’ultimo rapporto Large-Scale Offshore Wind Power in the United States, elaborato dal National Renewable Energy Laboratori l’obiettivo di realizzare 54 GW è alla reale portata degli Stati Uniti.
Per ora le aree che sembrano destare maggiormente l’interesse degli investitori sono le regioni del Northeast e il Mid-Atlantic. Ma sono stati presentati progetti anche per l’area dei Great Lakes, il Golfo del Messico e la costa del Pacifico. Per quanto riguarda la tipologia, per ora è un quasi monopolio delle shallow water. Ben 42 progetti sui 45 censiti dall’NREL riguarderebbero profondità inferiori ai 30 metri. Due quelli inerenti le transitional depth; solo uno si è spinto in acque aperte oltre i 60 metri.
La rivoluzione offshore interesserebbe 26 Stati per i quali non solo è stato stimato un buon potenziale eolico ma anche un’adeguata vicinanza dei grandi centri di consumo alla possibile localizzazione delle fattorie eoliche.
Immancabile il riferimento alle potenzialità occupazionali. “La costruzione di quei 54 GW - precisano gli esperti del NREL - potrebbe creare attività economiche per 200 miliardi di dollari e 43 mila nuovi posti di lavoro permanenti e ben retribuiti (per la precisione: well-paid technical jobs).

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