9 ottobre 2010 - A volte anche il Giornaliero cade nella tentazione di dire... lo avevamo detto! Lo scorso 13 settembre lo spazio news di Nuova Energia aveva evidenziato i crescenti dubbi d’Oltralpe in merito agli attuali sistemi di finanziamento del solare, che nella patria del nucleare stavano correndo il rischio di far saltare il banco (Fatti quattro conti... la Francia volta le spalle al fotovoltaico).
Dal dire al fare sono passate poche settimane. Come esplicita una nota dell’ICE di Parigi, “il Governo francese, all’interno del nuovo progetto di legge finanziaria 2011, ha deciso di ridurre il credito d’imposta per l’installazione di pannelli fotovoltaici dal 50 al 25 per cento a partire da inizio ottobre. Sono interessati solamente i nuovi progetti di installazione, mentre chi ha già versato un primo acconto per i lavori sarà risparmiato”. Le motivazioni sono quelle anticipate nel cosiddetto Rapporto Charpin: lo sviluppo del mercato è stato (molto) più rapido di quanto preventivato, permettendo di raggiungere gli obiettivi del 2020 con ben nove anni di anticipo.
Un’altra notizia del Giornaliero - Norvegia, eolico e servizi sociali tra le vittime della crisi dell’oil&gas - ha avuto sviluppi per così dire clamorosi. Il lancio dello scorso 3 settembre evidenziava le difficoltà del Paese scandinavo, dopo la scoperta di avere molto meno petrolio (e gas) di quanto sperato. La caccia a un succedaneo dell’oro nero è durata davvero poco e si è risolta con la semplice cancellazione di un aggettivo.
Il Servizio Geologico Nazionale norvegese ha infatti deciso di destinare 12,5 milioni di euro a progetti per la ricerca e lo sviluppo di nuove miniere d’oro, con il pieno avallo del ministro per il Commercio e l’industria, Trond Giske, che ha ammesso: “La ricchezza futura della Norvegia potrebbe provenire proprio dall’oro, invece che dal petrolio”.