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IL GIORNALIERO - Di questo passo negli Usa sarà solo Babbo Natale a consumare carbone... Stampa E-mail

7 ottobre 2010 - C’è solo da sperare che Babbo Natale renda più severo il metro di giudizio sul comportamento dei bimbi americani, sostituendo i classici balocchi con maggiori quantità di carbone... Altrimenti - secondo gli analisti della Wood Mackenzie - la domanda a stelle e strisce del combustibile fossile più diffuso al mondo rischia davvero di entrare in crisi! Dalle centrali di generazione elettrica, infatti, c’è solo da attendersi un disimpegno - sempre secondo la Wood Mackenzie - sempre più marcato.
Lo studio della nota società di consulenza assicura che molti degli impianti americani alimentati a carbone saranno ritirati dal mercato prima del previsto o saranno riconvertiti a gas naturale, primariamente per la crescente spinta ambientale, soprattutto in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Un giudizio che - sotto sotto - sembra anche bocciare l’opportunità tecnologica della CCS. A complicare la situazione (del carbone) anche le prospettive sempre più rosee per il gas (made in Usa), la concorrenza delle rinnovabili, il costo crescente dei nuovi investimenti.
Alcuni tra i vari casi presi in esame da Wood Mackenzie. L’impianto di Cherokee in Colorado (717 MW) sarà spento nel 2022 e trasformato in una centrale a gas da 883 MW. Qualche anno prima, nel 2017, la stessa sorte toccherà alla centrale di Valmont. Anche la Tennessee Valley Authority ha messo mani alle forbici (1.000 MW, distribuiti su 9 unità produttive dovrebbero essere dismessi entro la fine del 2015). Ma l’elenco è decisamente più nutrito. Si misura in migliaia di MW e sembra destinato a crescere di mese in mese.

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