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IL GIORNALIERO - Nucleare, la Russia pensa in grande (anche con le centrali tascabili) Stampa E-mail

6 ottobre 2010 - Il sol dell’avvenire non brilla più al di là del Muro, dove il vero protagonista del futuro energetico sembra essere l’atomo! Destinate alla politica estera buona parte delle immense riserve di idrocarburi presenti sul suo territorio, la Russia si trova ora a fare i conti con la crescente domanda interna di kWh. Nel documento Energy Strategy 2030, pubblicato lo scorso novembre, il governo russo aveva annunciato la necessità di raddoppiare la capacità di generazione entro i prossimi 20 anni, portandola alle soglie dei 455 GW. Alcuni mesi fa, ecco apparire una seconda stima: la domanda raggiungerà i 1.288 TWh nel 2020 e i 1.553 TWh entro le fine del 2030, cosa che renderà necessario installare 78 GW di nuova potenza entro il 2020 e ulteriori 100 GW nei dieci anni successivi.
Secondo la World Nuclear Association sarà proprio l’atomo ad aggiudicarsi una delle fette più succulente delle nuove commesse. Attualmente il parco centrali della Russia conta su 31 unità operative, per un totale di 21,7 GW. Da qui al 2030 - assicurano gli esperti della WNA - saranno realizzati ulteriori 43,4 GW (che in parte andranno a sostituire alcune unità nel frattempo dismesse) raddoppiando così l’attuale capacità.
Intanto, quasi a voler confermare questi obiettivi di lungo periodo, la Russia ha iniziato ad aumentare sensibilmente la produzione interna delle miniere di uranio e si è data un obiettivo di politica economica basata sulla massiccia esportazione del nucleare. Anche quello tascabile!
Entro il 2015 la Russia ha, infatti, promesso la realizzazione di 8 minicentrali nucleari offshore da 35 MW ciascuna. Dopo uno stop - il primo di questi impianti doveva già essere operativo nel 2010 - il programma sembra essere partito con un nuovo slancio e si attende l’inaugurazione della prima centrale galleggiante a Vilyuchinsk, nella penisola di Kamchatka, entro la fine del 2012.
Per ora l’impiego è marcatamente militare (l’impianto di Vilyuchinsk dovrebbe assicurare energia elettrica e calore alla locale base navale) ma la Russia ha già dichiarato di voler vendere ad altri Paesi anche per usi diversi - ad esempio la desalinizzazione - questa tipologia di impianti.

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