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IL GIORNALIERO - Pubblicata dall’ACORE la mappa delle energie rinnovabili negli Stati Uniti Stampa E-mail

17 settembre 2010 - Se l’Europa dell’energia è un mosaico composto da 27 tessere non proprio omogenee tra di loro, che dire dei 50 Stati che formano il più energivoro mercato del Pianeta, gli Usa? Almeno per quanto riguarda l’attuale capacità di sfruttamento delle fonti rinnovabili le differenze che emergono sono elevatissime e costringono addirittura al cambio di unità di misura: dal kW al GW!
Lo rileva l’ultimo aggiornamento Markets, Economic Development and Policy in the 50 States, realizzato dall’ American Council on Renewable Energy (ACORE). Uno studio sullo sviluppo attuale e potenziale delle fonti verdi (compresi i biofuel) e sulle politiche di incentivo, condotto Stato per Stato.
Al top si posiziona la California, che schiera un vero e proprio squadrone: 2,7 GW di potenza eolica connessa in rete (con altri 460 MW in fase di ultimazione); 1,1 GW di fotovoltaico, a cui dovrebbero presto aggiungersi altri 73 MW. E, ancora, 704 MW di generazione elettrica da biomasse e 2,6 GW da geotermico (con progetti per ulteriori 197 MW in corso di ultimazione), 195 milioni di galloni di biofuel prodotti ogni anno con una capacità aggiuntiva di 50 milioni pronta al debutto a breve.
Un ipotetico testacoda ci porta in realtà come la Louisiana (200 kW di potenza solare connessa in rete e 1,5 milioni di galloni di biofuel per anno) o l’Alabama (solo 200 kW di solare, ma almeno la capacità per la produzione di etanolo è già pari a 60 milioni di galloni/anno e dovrebbe presto raggiungere gli 80). Ma sono tante le realtà che ancora relegano le rinnovabili in un ruolo a dir poco marginale.
La stessa Alaska non riesce a bilanciare l’interesse per le sue grandi riserve fossili con un adeguato sviluppo delle renewable. Lo studio dell’ACORE le assegna solo 8 MW di eolico, 0,73 di geotermico e 0,2 di biomasse.

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