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PAUSA-ENERGIA
 
Prospettiva energetica, modelli di sviluppo e pianificazione territoriale Stampa E-mail

di Domenico Rossetti di Valdalbero, Amministratore principale Commissione europea, DG Ricerca (*)


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Forward looking activities, mostly
qualitative foresight and quantitative
forecast, aim to advise on the trends, tensions and transitions that the world
and Europe would have to face.
Among the major uncertainties are
the expected economic development,
the future carbon value and the pace
of technological progress.
In this context, three ways should be analyzed more in depth: the back-casting approach, the model of development
and the land use.
To go towards a post carbon society requires a paradigm shift with long-term shared and wished targets, a new economic model internalizing the social
and environmental costs, and a
land use planning addressing primarily
the challenge of resource efficiency.

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Domenico Rossetti di Valdalbero, Amministratore principale Commissione europea DG Ricerca



















Fra 30 anni, in uno scenario business as usal, la popolazione mondiale dovrebbe contare circa 8 miliardi di persone, il Pil 120.000 miliardi di euro e il consumo energetico lordo attorno ai 20.000 milioni di tep, ovvero grosso modo una triplicazione delle ricchezza mondiale e un raddoppiamento del consumo energetico in confronto all’inizio del secolo. Questi sono i risultati presentati in vari rapporti pubblicati lo stesso anno dalla Commissione europea (rapporto WETO), dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (rapporto WEO) e dal Dipartimento dell’Energia Americano (rapporto IEO). I risultati – molto simili – provengono da modelli dello stesso tipo (world energy bottom-up and technology-rich models): Poles per l’Unione europea, Wem per l’AIE e Sage per gli Stati Uniti.

Se sulla demografia ci sono poche discussioni (gran parte degli 8 miliardi di persone sono già nate), ben diversa è la situazione della crescita economica e dello sviluppo tecnologico. L’intensità della crisi economica mondiale ha stupito tutti i previsionisti: l’output mondiale nel 2009 è del 6,5 per cento inferiore a quello che si sarebbe registrato se non ci fosse stata la crisi. Pochi all’inizio degli anni Ottanta - 30 anni fa - avrebbero scommesso nel settore elettrico sul ciclo combinato alimentato a gas naturale in Italia o sulle turbine eoliche in Germania e Spagna dove sono installati rispettivamente più di 25.000 e 20.000 MW, secondo dati EWEA.

Una più recente incertezza sugli scenari futuri è dovuta al vincolo carbonio (carbon constraint). Se dovrà essere pagato, quanto sarà il valore di una tonnellata di anidride carbonica per i nostri figli? Da Rio a Cancun passando per Kyoto e Copenhagen, sembra farsi luce une presa di coscienza mondiale sull’impatto dei cambiamenti climatici (vedi anche il rapporto Stern e, nei media, An inconvenient truth) ma molto meno su quanto, quando e come si debba agire al riguardo. [...]

(*) Esprimendosi a titolo personale

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