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IL GIORNALIERO - Fatti quattro conti... la Francia volta le spalle al fotovoltaico Stampa E-mail

13 settembre 2010 - Guardando al portafoglio... la Francia si tiene ben stretto l’atomo e volta le spalle al fotovoltaico. Il caso è stato scatenato dal Rapporto Charpin, pubblicato a inizio settembre e giudicato particolarmente severo da Le Monde. Nulla di personale nei confronti della tecnologia solare, cui viene riconosciuto un grande potenziale. Forse anche troppo...
La situazione sembra essere infatti scappata di mano. Alla fine del 2008 la potenza fotovoltaica installata risultava pari a soli 81 MW ma già nei prossimi mesi sarà raggiunta quota 850 MW. Il tasso di crescita è decisamente troppo elevato, almeno considerando le condizioni attuali degli incentivi. “Di questo passo entro il 2020 la capacità installata potrebbe raggiungere i 17 mila MW”, precisa il rapporto.
Musica per gli ambientalisti, che tuttavia si trasforma in assordante baccano per gli economisti. I costi per i consumatori di una tale corsa al pannello sono stati infatti stimati, stanti le condizioni odierne della feed in tarif, in 4,5 miliardi di euro l’anno (200 euro/anno a bolletta). Nel complesso - e senza interventi correttivi – la corsa francese al fotovoltaico potrebbe quindi presentare un conto pari a 54 miliardi di euro.
Di fatto la Francia è stata travolta da un interesse (certamente anche economico) per il sole che gli stessi addetti ai lavori avevano pesantemente sottostimato. Le domande di allacciamento in rete di nuovi impianti attualmente al vaglio di Electricité de France permetterebbero - se fossero tutte evase con esito positivo - di soddisfare il 90 per cento degli obiettivi fissati per il fatidico 2020. Da qui la proposta di mettere un tetto massimo alle nuove installazioni, che lo stesso Rapporto Charpin ha suggerito di fissare tra i 300 e i 500 MW anno. Numeri anni luce distanti dalla velocità di crociera che ha preso il mercato attuale.
Altra nota dolente, proprio nel settore fotovoltaico (a differenza di quello nucleare) la filiera industriale francese è debole e impreparata ad assorbire lo sviluppo della domanda. Il deficit della bilancia commerciale di settore nel 2009 è stato pari a 800 milioni di euro e sembra destinato ad aggravarsi. Poco si può fare per recuperare il tempo perduto, almeno per quanto riguarda le tecnologie tradizionali dove la concorrenza cinese sembra imbattibile (almeno in termini di prezzo) e difficilmente la capacità di produzione interna potrà superare i 300 MW. Spazi di mercato interessanti ci sono per la seconda e terza generazione di pannelli, ma per poterli presidiare occorre investire in ricerca e sviluppo, più e meglio di quanto si è fatto fino ad ora, bacchetta Charpin.

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