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IL GIORNALIERO - Dagli States un’iniezione di fondi (575 milioni di $) per la ricerca su CCS Stampa E-mail

11 settembre 2010 - Nessuno escluso. Obama lo aveva promesso: il percorso di avvicinamento a un’economia low carbon intrapreso dagli States prenderà in considerazione tutte le opzione tecnologiche possibili, senza rinunciare - a priori - ad alcuna possibilità. Ieri, ad esempio, è stato il turno della CCS.
Il segretario per l’energia Steven Chu ha ufficialmente allocato 575 milioni di dollari, nell’ambito dell’American Recovery and Reinvestment Act, destinandoli a 22 progetti di ricerca e sviluppo nel settore della cattura e dello stoccaggio dell’anidride carbonica. Questa sostanziosa iniezione di nuovi fondi si aggiunge ai finanziamenti già in precedenza erogati, sempre nel campo della CCS.
“Si tratta di uno sforzo senza precedenti nell’ambito della ricerca sul carbone pulito - ha dichiarato Chu - che conferma la volontà dell’amministrazione Obama di ottenere delle soluzioni tecnologicamente ed economicamente sostenibili entro i prossimi dieci anni, assicurando agli Stati Uniti la leadership mondiale nel settore”. L’Europa, ovviamente, non è nominata. Ma è chiaro che la sfida riguarda in primo luogo Bruxelles.
Naturalmente anche in questo caso - ormai è una costante nelle politiche energetiche degli States - la lotta ai cambiamenti climatici va di pari passo con quella alla disoccupazione visto che lo stesso Chu ha chiarito che “la creazione di nuovi posti di lavoro è uno degli obiettivi primari dello sviluppo delle tecnologie di CCS”.
I progetti saranno implementati in 15 Stati e riguarderanno la sperimentazione su impianti di larga scala (non necessariamente centrali di generazione elettrica, anche siti industriali) per poter giungere alla fase commerciale; la valutazione dell’efficacia di nuove tecnologie in fase di separazione e cattura, lo studio di carattere geologico per la definizione dei siti adibiti allo stoccaggio dell’anidride carbonica.

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