8 settembre 2010 - Strasburgo, 7 settembre 2010. Nel discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato da José Manuel Durão Barroso, presidente della Commissione europea, non sono mancati ampi riferimenti al tema energia. Più che di un bilancio sull’ultimo anno di lavori o di un ordine del giorno per i mesi a venire, tuttavia, l’intervento di Barroso sembra essere stato all’insegna degli auspici, spesso al limite del semplice buon proposito.
D’altra parte sognare, si sa, non costa nulla (e causa emissioni di anidride carbonica solo in piccole quantità).
“Dobbiamo completare il mercato interno dell’energia - ha esordito - realizzare e interconnettere le reti energetiche, garantire sicurezza e solidarietà nel settore. Come abbiamo fatto per la telefonia mobile, dobbiamo offrire ai consumatori una scelta reale in un unico mercato europeo, creando quindi una vera e propria comunità dell’energia. Dobbiamo sopprimere le frontiere per oleodotti, gasdotti e cavi elettrici. Dobbiamo dotarci delle infrastrutture necessarie per l’energia solare e eolica. Dobbiamo instaurare uno standard comune applicabile in tutta Europa in modo che ricaricare la batteria di un'automobile elettrica sia facile come fare il pieno”. Una lista di buoni propositi tanto ambiziosi quanto difficilmente misurabili. Insomma, sul tema un approccio più da politico che da tecnico...
Più concreto l’impegno sul corridoio meridionale. “Entro l'anno - ha aggiunto Barroso - mi recherò personalmente nella regione del Mar Caspio per promuovere una soluzione che renda più sicuri i nostri approvvigionamenti”.
Infine la promessa, reiterata, di un’Europa low carbon. “È giunto il momento di attuare il nostro pacchetto su clima e energia, quale fattore primordiale di cambiamento. Ciò significa integrare i vari capitoli della politica su cambiamento climatico, energia, trasporti e ambiente in un approccio coerente finalizzato all’uso efficiente delle risorse e a un futuro a basse emissioni di carbonio”.