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IL GIORNALIERO - A 91 anni è tempo di lifting per la centrale idro di Cheoah Dam (Usa) Stampa E-mail

1 settembre 2010 - Il Giornaliero di lunedì scorso - Sono ancora le vecchie rinnovabili il vero motore dell’America green - aveva evidenziato come, conti alla mano, l’idroelettrico sia ancora oggi di gran lunga la fonte più preziosa di energia rinnovabile per la generazione elettrica a stelle strisce. Per altro con ulteriori margini di crescita. Poco lo spazio riservato alla realizzazione di nuovi impianti con sbarramenti di grande dimensione; grandi, invece, le aspettative legate alla modernizzazione delle realizzazioni più datate.
Lo U.S. Department of Energy ha ad esempio ufficializzato lo stanziamento di 12,9 milioni di dollari prelevati dai fondi dell'American Recovery and Reinvestment Act (cui si aggiungono 110 milioni di investimenti privati) per l’ammodernamento dell’impianto di Cheoah Dam, Robbinsville, North Carolina. Grazie a questa iniezione di nuova tecnologia la produzione sarà accresciuta del 28 per cento. E non è valore di poco conto, sotto numerosi punti di vista.
Infatti, il principale cliente della Cheoah Dam è il limitrofo stabilimento del colosso dell’alluminio Alcoa. In assenza di un intervento di revamping, la centrale avrebbe rischiato la chiusura o la non competitività dell’energia elettrica prodotta, compromettendo così anche i 1.600 posti di lavoro del settore alluminio. Scongiurato questo rischio, si fanno i conti anche con i benefici aggiuntivi in termini ambientali. Una volta portato a termine il progetto, infatti, la dipendenza dalle fonti fossili dell’impianto Alcoa sul totale del fabbisogno energetico dovrebbe scendere alle soglie del 60 per cento.
L’impianto di Cheoah Dam risale al 1919, con l’aggiunta di una quinta turbina nel 1949. La carta di identità di molte altre centrali americane alimentate a carbone bianco è altrettanto datata, per cui l’esperienza positiva di questo primo intervento potrebbe essere seguita da altre interessanti iniziative di lifting.
Più in generale si può ricordare che secondo il DOE la capacità idroelettrica non ancora sviluppata negli States sarebbe pari a circa 30 mila MW, con 5.677 siti candidati in 49 Stati (il Delaware è stato escluso a priori per la scarsità della risorsa idrica). Evidentemente si tratta di impianti mini hydro, con potenza media pari a poco più di 5 MW.

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